Matteo 12, 31
“Il secondo comandamento è questo. Amerai il tuo prossimo come te stesso. “
In tempi di COVID-19 sarebbe stato più opportuno fare una riflessione sulla fede o forse sulla speranza, ma questo versetto mi ha folgorato. In particolare, la mia attenzione si è concentrata non tanto sull’amore al prossimo ma quanto sull’amore per se stessi, che viene considerato da Gesù come modello da utilizzare per amare gli altri. Qui sorge in me una considerazione: quanto sono incapace di amarmi! Ci ripetiamo sempre che Dio ci ama ma forse dovremmo dirci più spesso: amati! Guardare la nostra immagine riflessa allo specchio e dirci con profonda convinzione: amati perché ne sei degno! Provare amore per Dio può sembrarci normale e spendersi per gli altri potrebbe risultare una buona causa o forse una buona scusa per distogliere lo sguardo da noi; noi che siamo immagine del Dio invisibile, noi che siamo stati creati a Sua immagine e somiglianza, eppure Lo cerchiamo sempre fuori di noi.
In quarantena non c’è come fuggire! Non possiamo adorarlo, non possiamo mangiarlo, non possiamo annunciarlo, dobbiamo cercarlo dentro di noi. Diceva Sant’Agostino “Io ti cercavo fuori di me e Tu eri dentro di me”. A nulla valgono i nostri propositi, le nostre buone opere se non abbiamo amore per noi stessi. Amore che non è ostentazione di qualità o di talenti che anzi manifesta il contrario, ovvero il senso di inferiorità e di fallimento, ma piuttosto è tenerezza, compassione, ascolto, calore per tutta la nostra vita. Abbracciamola questa nostra vita, come si abbraccia un bimbo appena nato, accarezziamola, rimanendo in silenzio e ammirando tutta la sua bellezza. Abbiamo la smania di maltrattarla questa nostra vita, di umiliarla, di calpestarla, di spremerla, forse questo è il tempo in cui il Signore desidera che noi stessi diventiamo Suo tabernacolo, che le nostre vite diventino santuari d’amore. Che lo Spirito, che è vita, possa concederci uno sguardo nuovo sulla nostra esistenza, uno sguardo pieno di stupore e di meraviglia per la bellezza e l’unicità di ogni singolo momento che ci viene donato e che tutto ciò possa salire al Cielo come profumo soave segno dell’inizio di una nuova era.