Il Peccato
- La nozione
Il peccato (CCC. 1846-1876) è un’offesa fatta a Dio, trasgredendo la sua legge.
E’ chiaro che tale offesa è relativa alla conoscenza che ciascuno ha di Dio e alla maggiore o minore responsabilità del disordine commesso con la trasgressione della legge. Così, per esempio, diversa è la gravità dello stesso peccato commesso da un ragazzo o da un adulto ignorante o da un teologo o da un’anima favorita dalla grazia.
- La divisione
I peccati possono essere distinti secondo il loro oggetto, come si fa per ogni atto umano: il peccato, infatti, perché sia tale, deve essere un vero atto umano.
Il peccato può essere originale e attuale.
Il peccato originale (CCC. 385-421) è il peccato commesso da Adamo come capo di tutta l’umanità, e da lui passa a ciascun uomo, in quanto figlio suo, e, come tale, lo contrae per generazione naturale.
Il peccato attuale (o personale) è quello che è commesso volontariamente da chi ha raggiunto l’uso di ragione. Tale peccato si può commettere in quattro modi:
- con i pensieri;
- con le parole;
- con le opere;
- con le omissioni; e tutto questo può avvenire contro Dio, contro il prossimo o contro noi Il peccato attuale (o personale) può essere mortale o veniale
- Il peccato mortale
Il peccato mortale è una disubbidienza alla legge di Dio in materia grave, compiuta con piena avvertenza della mente e deliberato consenso della volontà, contro la Chiesa, Corpo Mistico di Cristo. Affinché il peccato sia mortale è necessario che l’atto compiuto sia veramente un atto umano, e cioè che proceda dalla libera volontà dell’uomo, il quale avverta chiaramente la bontà o la malizia dell’atto. Solo allora l’uomo diventa responsabile e autore del suo atto, buono o cattivo, degno di premio o castigo. E’ una grave mancanza di amore di Dio.
- Requisiti per il peccato mortale
Per definire un peccato mortale si richiedono tre elementi:
- la materia grave, cioè una grave trasgressione della legge;
- la piena avvertenza della mente;
- il deliberato consenso della volontà.
- – La materia grave, cioè la trasgressione grave di una legge divina o umana, ecclesiale o Diciamo qui di seguito le principali e più comuni trasgressioni gravi di tali leggi.
- Negare o dubitare dell’esistenza di Dio o di qualche verità di fede insegnata dalla
- Bestemmiare Dio, la Madonna o i Santi, proferendo, anche mentalmente, titoli ed espressioni
- Non partecipare alla Messa alla domenica o nelle feste di precetto senza alcun motivo grave, ma solo per pigrizia, negligenza o cattiva volontà.
- Trattare in modo gravemente offensivo i propri genitori o i propri
- Uccidere una persona o ferirla
- Procurare direttamente l’aborto.
- Commettere atti impuri: da soli con la masturbazione o in compagnia nella fornicazione, nell’adulterio, nell’omosessualità o in qualsiasi altra specie di impurità.
- Impedire, in qualsiasi maniera, la concezione, nel compimento dell’atto
- Rubare oggetti o beni altrui di valore rilevante o sottrarli con l’inganno e il
- Defraudare il fisco per una somma molto
- Recare un grave danno fisico o morale ad una persona con la calunnia o con la
- Coltivare pensieri e desideri impuri di quanto è proibito dal sesto
- Compiere gravi omissioni nell’adempimento del proprio
- Ricevere un sacramento dei vivi (Cresima, Eucarestia, Unzione degli Infermi, Ordine e Matrimonio) in peccato
- Ubriacarsi o drogarsi in forma grave fino a pregiudicare le facoltà della
- Tacere in confessione, per vergogna, qualche peccato
- Causare scandalo al prossimo con azioni e atteggiamenti di pesante gravità.
- – La piena avvertenza della mente, ovvero sapere e stimare che quello che si sta per fare o per omettere è gravemente proibito o comandato, andare cioè contro la propria
- – Il deliberato consenso della volontà, cioè il voler fare od omettere deliberatamente ciò che si sa con chiarezza che è un male grave, che, oggettivamente, è un peccato
Per avere un peccato mortale, è necessario che questi tre elementi esistano simultaneamente in un’azione peccaminosa. Se manca anche uno solo di questi, o addirittura una parte di uno solo, per esempio non c’è l’avvertenza, oppure non c’è il pieno consenso, non abbiamo più il peccato mortale.
- Effetti del peccato mortale
- – Il peccato mortale priva l’anima della grazia santificante, che è la sua Si chiama mortale perché rompe la relazione vitale con Dio.
- – Il peccato mortale separa Dio dall’anima, la quale è tempio della Trinità, quando è in possesso della grazia santificante.
- – Il peccato mortale fa perdere all’anima tutti i meriti, acquistati in passato, finché viveva in grazia di Dio: vengono resi
“Tutte le opere giuste da lui fatte saranno dimenticate…” (Ez. 18,24).
- – Il peccato mortale toglie all’anima la capacità di compiere opere meritorie per il
- – Il peccato mortale rende l’anima degna dell’inferno: chi muore in peccato mortale va all’inferno per tutta l’eternità.
- Come si può riacquistare la grazia santificante perduta con il peccato mortale
La grazia santificante (con tutto ciò che essa comporta) perduta con il peccato mortale, si può riacquistare in due maniere: 1 – con una buona Confessione Sacramentale.
2 – Con un atto di contrizione perfetta (dolore e proposito), unito al proposito di una sollecita confessione.
- Il peccato veniale
Il peccato veniale è una disubbidienza alla legge divina o umana, ecclesiale o civile in materia leggera, o anche in materia grave, compiuta però non con la piena avvertenza della mente o non con il pieno consenso della volontà.
- Effetti del peccato veniale
- – Il peccato veniale intiepidisce l’amore di Il peccato veniale, anche se non toglie la grazia santificante, come il peccato mortale, tuttavia raffredda l’amicizia che c’è fra noi e Dio.
- – Il peccato veniale priva l’anima di molte grazie che avrebbe ricevuto da Dio se non avesse peccato. 3 – Il peccato veniale dispone, gradatamente, al peccato
4 – Il peccato veniale rende l’anima degna di pene temporali da espiare o in questa vita o nell’altra in purgatorio.
- Come si può cancellare il peccato veniale
Il peccato veniale si può cancellare in varie maniere: con il pentimento, con le buone opere (preghiere, S. Messe, S. Comunione, elemosine, opere di misericordia spirituale e corporale, ecc.) e con la Confessione sacramentale.
Peccati capitali:
1 – Superbia – E’ un’esagerata stima di sé e delle proprie cose accompagnata da disprezzo verso gli altri. 2 – Avarizia – E’ un desiderio smodato di denaro e di averi.
- – Lussuria – E’ il disordinato appetito ed uso del piacere sessuale
- – Ira – E’ un impulso disordinato a reagire contro qualcuno o qualche cosa che fu occasione di patimento o contrarietà. 5 – Accidia- E’ una acconsentita svogliatezza nel compimento del proprio
6 – Invidia – E’ un sentimento di tristezza o dolore del bene del prossimo, considerato come male proprio. 7 – Gola – E’ la ricerca eccessiva del piacere che si trova nell’uso dei cibi e delle bevande.
Fonte: http://medjugorje.altervista.org/doc/vitacristiana/01-conf.php