DIOCESI DI CALTANISSETTA

Lunedì della Settimana Santa – Gv. 22,1-11

“Che spreco” – Gv. 22,1-11

“Che spreco”,
dice Giuda di fronte alla “dichiarazione d’amore” che Maria,
col suo gesto,
ha fatto a Gesù.
“Che spreco!!!”
dice ancora il mondo di fronte al tempo che spendiamo in preghiera,
per stare con Gesù,
autentica dichiarazione d’amore a Dio da parte nostra.
“Lo si poteva dare ai poveri”,
dice Giuda,
a cui dei poveri non importava niente.
“Lo si poteva dare ai poveri”,
dice il mondo oggi,
che vorrebbe veder impiegare in altro modo il tempo che “sprechiamo” stando con Gesù.
Questo perché l’aroma che esce dal nostro stare con Dio lo disturba.
Il tempo passato con Gesù,
quello speso con Lui,
non è tempo sprecato.
Mai.
Anzi,
in questo lunedì della settimana santa,
siamo proprio invitati a “sprecare”.
A fare un “santo spreco”.
Sull’esempio di Maria.
Che dopo aver “sprecato” veramente tanto tempo dietro le cose del mondo,
finalmente adesso ha capito quanto preziosi,
e che buin odore ha,
il tempo donato a Dio.
Non solo il “Suo prezioso profumo” offre al Signore.
Ma usa pure i suoi capelli,
per asciugargli i piedi.
Come a dire:
“Sempre con Te.
Solo ler Te”.
Nessuno di noi dica:
“Come faccio?
Come posso fare io?
Vorrei passare tempo con Gesù.
Ma devo lavorare,
occuparmi della casa,
pensare ai figli….”
Ognuno sa’ come poter “sprecare” un po’ del suo tempo con Gesù.
In questo lunedi santo poi,
ogni cosa che facciamo,
facciamola per Lui.
Saranno questi i nostri “trecento grammi di profumo”,
offerti a Dio.
Quelli con cui cospargeremo i Suoi santi piedi.
Sarà l’offerta,
preziosa e sincera,
del nostro amore per Lui.
Amiamo Gesù fino allo “spreco” oggi.
Lasciamo che l’aria si riempia del buon profumo di questo spreco.
Forse anche altri respireranno questa aria.
E si decideranno a “sprecare” pure loro
tempo e pensieti per Gesù.
Santo lunedì della settimana santa,
fratelli cari,
sorelle care.
Santo giorno del “Santo spreco”.

Dal Vangelo secondo Giovanni Gv 12,1-11

Sei giorni prima della Pasqua, Gesù andò a Betània, dove si trovava Làzzaro, che egli aveva risuscitato dai morti. E qui fecero per lui una cena: Marta serviva e Làzzaro era uno dei commensali. Maria allora prese trecento grammi di profumo di puro nardo, assai prezioso, ne cosparse i piedi di Gesù, poi li asciugò con i suoi capelli, e tutta la casa si riempì dell’aroma di quel profumo. Allora Giuda Iscariòta, uno dei suoi discepoli, che stava per tradirlo, disse: «Perché non si è venduto questo profumo per trecento denari e non si sono dati ai poveri?». Disse questo non perché gli importasse dei poveri, ma perché era un ladro e, siccome teneva la cassa, prendeva quello che vi mettevano dentro. Gesù allora disse: «Lasciala fare, perché ella lo conservi per il giorno della mia sepoltura. I poveri infatti li avete sempre con voi, ma non sempre avete me». Intanto una grande folla di Giudei venne a sapere che egli si trovava là e accorse, non solo per Gesù, ma anche per vedere Làzzaro che egli aveva risuscitato dai morti. I capi dei sacerdoti allora decisero di uccidere anche Làzzaro, perché molti Giudei se ne andavano a causa di lui e credevano in Gesù.