DOMENICA 16 MAGGIO Ascensione del Signore
Quaranta giorni dopo Pasqua celebriamo l’Ascensione di Gesù in attesa della Pentecoste (Domenica prossima).
Ogni anno sorge sempre la stessa domanda: non poteva restare? Perché se ne è andato? Non poteva restare in mezzo a noi da risorto? Non sarebbe stato più bello?
No amici e meno male!
Solo così oggi possiamo festeggiare la presenza eterna di Cristo in mezzo a noi.
Gesù aveva bisogno di liberarsi del tempo e dello spazio per poter essere definitivamente presente in ogni angolo del mondo contemporaneamente e per sempre.
Questa modalità è la possibilità che ogni essere umano ha di poter dire: posso incontrare il risorto.
Da quel giorno in Dio c’è un uomo: Gesù di Nazareth.
Da quell’istante nessuno può più dire: “Dio non conosci la sofferenza” oppure: “Che c’entra Dio con la mia vita?”. Nessuno può dire: “Dio non conosci la fatica del lavoro!” e neppure… “Dio non conosci la morte”. Da quel giorno Dio sa. Da quel giorno nulla, eccetto il peccato, è estraneo a Dio.
Insomma, niente di ciò che ci rende umani adesso è sconosciuto a Dio!
Tutti adesso possiamo fare esperienza di Dio perché Lui vive in noi.
“Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura” (Mc 16,15).
Ad ogni creatura.Tutta la creazione ha bisogno di buone notizie e di questi tempi di quante “buone notizie” abbiamo bisogno.
Oggi anche noi riceviamo questa consegna. Cosa dobbiamo fare? Solo e semplicemente annunciare questa bella notizia. Niente altro.
Gesù non dice; organizzate feste, fate manifestazioni, occupate posti di rilievo nella società. Semplicemente: annunciate il vangelo! Non annunciate una cultura, una teologia o una ideologia, solo il Vangelo.
Gesù chiede di continuare quel ministero della Parola che aveva formato la sua principale attività.
Lo so cosa state pensando: è possibile cambiare il mondo con la parola?
Per noi ammalati di efficientismo, sembra roba da ingenui. Eppure non c’è nulla di più forte della parola perché si rivolge all’intelligenza e alla libertà dell’uomo.
A noi, per quanto sgangherati, il Signore affida il Vangelo, come tesoro custodito in fragili vasi di creta.
Quando annunciamo il Vangelo, diciamo parole infinitamente grandi perché hanno sapore d’eternità.
La bella notizia di questa sera? Dio ha fiducia in noi e sa che riusciremo a portare speranza ad ogni vita che incontreremo.
Dal Vangelo secondo Marco Mc 16,15-20
In quel tempo, [Gesù apparve agli Undici] e disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato. Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno».
Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio.
Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore agiva insieme con loro e confermava la Parola con i segni che la accompagnavano.