Giovedì della IX settimana del tempo ordinario
Amerai Dio con tutto il tuo cuore.
Amerai il prossimo tuo come te stesso.
Che cosa c’è al centro della fede?
Ciò che più di ogni cosa dona felicità all’uomo: amare.
Non obbedire a regole né celebrare riti, ma semplicemente,
meravigliosamente: amare.
Gesù non aggiunge nulla di nuovo rispetto alla legge antica:
il primo e il secondo comandamento sono già nel Libro.
Eppure il suo è un comando nuovo.
La novità sta nel fatto che le due parole fanno insieme una sola parola,
l’unico comandamento.
L’averli separati è l’origine dei nostri mali.
La risposta di Gesù inizia con la formula:
shemà Israel,
ascolta popolo mio.
Fa tenerezza un Dio che chiede: «Ascoltami, per favore. Voglimi bene, perché io ti amo. Amami!»
Invocazione, desiderio di Dio.
Cuore del comandamento,
sua radice è un’invocazione accorata, non una ingiunzione.
Dio prega di essere amato.
Amare è desiderio di fare felice qualcuno,
coprirlo di un bene che si espande oltre lui,
va verso gli altri,
inonda il mondo…
Amare è avere un fuoco nel cuore.
Buon cammino…
Dal Vangelo secondo Marco Mc 12,28b-34
In quel tempo, si avvicinò a Gesù uno degli scribi e gli domandò: «Qual è il primo di tutti i comandamenti?».
Gesù rispose: «Il primo è: “Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l’unico Signore; amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza”. Il secondo è questo: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Non c’è altro comandamento più grande di questi».
Lo scriba gli disse: «Hai detto bene, Maestro, e secondo verità, che Egli è unico e non vi è altri all’infuori di lui; amarlo con tutto il cuore, con tutta l’intelligenza e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso vale più di tutti gli olocausti e i sacrifici».
Vedendo che egli aveva risposto saggiamente, Gesù gli disse: «Non sei lontano dal regno di Dio».
E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo.