Giovedì della X settimana del tempo ordinario Mt.5, 20-26
“Va’ prima a riconciliarti con tuo fratello”.
E’ un passo,
quello del Vangelo di oggi.
che ha il potere,
se ascoltato con superficialita’ di mandare in crisi e far sentire in colpa.
Perche’ con esso,
Gesù ci parla di una cosa che troppo spesso crediamo essere superiore alle nostre forze,
e di cui crediamo essere capace solamente Dio.
Oltre Gesù,
che ha perdonato tutto e tutti,
altri ancora sono riusciti a seguire il Suo esempio.
Santo Stefano ha perdonato chi lo ha ucciso a colpi di pietra.
Santa Rita ha perdonato chi gli ha ucciso i figli.
San Giovanni Paolo II ha perdonato chi ha cercato di assassinarlo.
Ma ci vuole tanta “Grazia”,
che arrivi dal cielo
Noi con le nostre sole forze,
non ce la facciamo.
Quello del perdono “dato col cuore” è un “super potere” che dobbiamo chiedere.
Perché sarà quello che salverà il mondo.
Oggi però non viene a Gesu’
a fare la morale.
Il dito Lui lo punta,
è vero,
ma per indicarci la meta da raggiungere.
Viene però a stimolare ad andare oltre.
Che ci porti,
piano piano,
ad abbandonare quella dell” “occhio per occhio,
dente per dente”,
che ancora spesso ci caratterizza.
Ben sapendo che
ogni passo e’ fatica e dolore.
Che però ne vale la pena.
Gesu’ ce lo assicura.
Perche’ ad ogni passo corrisponde una grande liberta’ dell’anima,
non piu’ prigioniera di rabbia e rancore.
E voi fratelli?
Vi siete perdonati?
Per le vostre piccolezze,
infedelta’, miserie?
Se ancora non lo avete fatto,
oggi è il giorno propizio per iniziare.
Che la benedizione,
la pace,
e il perdono di Dio scendano su di noi,
e ci facciano vivere e vedere la vita,
anche la nostra,
con occhi nuovi.
Perche’ la nostra vita è una benedizione,
qualunque essa sia,
non sciupiamola con rabbie,
rancori e non perdono.
Sia benedetto Gesu’,
perdono di Dio.
Dal Vangelo secondo Matteo Mt 5,20-26
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Io vi dico infatti: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli.
Avete inteso che fu detto agli antichi: “Non ucciderai”; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: “Stupido”, dovrà essere sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: “Pazzo”, sarà destinato al fuoco della Geènna.
Se dunque tu presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare, va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono.
Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario mentre sei in cammino con lui, perché l’avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia, e tu venga gettato in prigione. In verità io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo!».