Pietà di me, o Dio, perché un uomo mi perseguita,
un aggressore tutto il giorno mi opprime.
Tutto il giorno mi perseguitano i miei nemici,
numerosi sono quelli che dall’alto mi combattono.
Nell’ora della paura
io in te confido.
In Dio, di cui lodo la parola,
in Dio confido, non avrò timore:
che cosa potrà farmi un essere di carne?
Travisano tutto il giorno le mie parole,
ogni loro progetto su di me è per il male.
Congiurano, tendono insidie,
spiano i miei passi, per attentare alla mia vita.
Ripagali per tanta cattiveria!
Nella tua ira abbatti i popoli, o Dio.
I passi del mio vagare tu li hai contati,
nel tuo otre raccogli le mie lacrime:
non sono forse scritte nel tuo libro?
Allora si ritireranno i miei nemici,
nel giorno in cui ti avrò invocato;
questo io so: che Dio è per me.
In Dio, di cui lodo la parola,
nel Signore, di cui lodo la parola,
in Dio confido, non avrò timore:
che cosa potrà farmi un uomo?
Manterrò, o Dio, i voti che ti ho fatto
ti renderò azioni di grazie,
perché hai liberato la mia vita dalla morte,
i miei piedi dalla caduta,
per camminare davanti a Dio
nella luce dei viventi.
Commento
Il giusto che il salmo presenta si rivolge a Dio chiedendo ripetutamente pietà. Egli sente gravare su di sé la mano degli empi e gli pare che Dio lo abbia lasciato a se stesso. Egli è al limite delle forze, ma non cessa di confidare in Dio. Egli sa che Dio è fedele e le sue parole non mutano: “Lodo la parola”.
L’attacco alla sua persona è astuto poiché per diffamarlo e rendere vana la sua testimonianza sulla parola di Dio travisano le sue parole. Essi coinvolgono la gente fino a creare contese sulla parola di Dio. Gli empi tendono insidie al giusto del salmo per accusarlo con le sue stesse parole, e osservano i suoi orari, i suoi percorsi, per giungere a prenderlo e ucciderlo. Per questo il giusto del salmo è costretto a nascondersi, a vagare di qua e di là. Tutto ciò rende profonda la sua fede in Dio; egli è convinto di Dio. Egli ha fatto dei voti e ora, a salvezza ottenuta, propone di assolverli in un ardente rendimento di grazie, e non in una semplice esecuzione formale. Egli riconosce che tutto è stato un cammino di purificazione: “Per camminare davanti a Dio nella luce dei viventi”. La “luce dei viventi” è la parola di Dio. Essa, nel suo vertice più alto, é Cristo stesso, parola suprema.
Magnificat
L’anima mia magnifica il Signore *
e il mio spirito esulta in Dio,
mio salvatore,
perché ha guardato l’umiltà
della sua serva. *
D’ora in poi tutte le generazioni
mi chiameranno beata.
Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente *
e santo é il suo nome:
di generazione in generazione la sua misericordia *
si stende su quelli che lo temono.
Ha spiegato la potenza
del suo braccio, *
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
ha rovesciato i potenti dai troni, *
ha innalzato gli umili;
ha ricolmato di beni gli affamati, *
ha rimandato i ricchi a mani vuote.
Ha soccorso Israele, suo servo, *
ricordandosi della sua misericordia,
come aveva promesso ai nostri padri,*
ad Abramo e alla sua discendenza, per sempre.
Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre *
nei secoli dei secoli. Amen.