Mercoledì della XVI settimana del tempo ordinario
Il protagonista di questa parabola: non è il seminatore e nemmeno il terreno.
Al centro di tutto sta il seme, cioè la Parola.
La logica che guida il gesto abbondante del seminatore della parabola,
non è certo quella del guadagno
o del tornaconto.
Il seminatore Gesù lancia ovunque il seme della Parola,
non è un contadino tirchio,
non scarta i terreni,
non fa categorie o preferenze.
Tutti siamo il terreno di Dio,
nessuno di noi è stato sottratto a questo dono.
accanto al terreno che non porta frutto, c’è il seme che germoglia.
Nella stessa semina sono possibili esiti diversi e contrapposti!
Noi pretenderemmo una vittoria pulita e incontrastata del seme,
una presenza visibile e dominante del germoglio che si fa largo nella terra brulla.
E invece no.
Guardando alla Croce è facile intuire che questa parabola anticipa la vita di Gesù,
scioglie le logiche più profonde che porteranno il suo cammino fino al Calvario.
La Parola non si fa largo come un rullo compressore,
ma con la piccolezza e la debolezza di un seme gettato sulla terra.
La sua potenza è indiscussa,
è la qualità dell’accoglienza che fa cambiare l’esito.
Buon cammino…Dal Vangelo secondo Matteo Mt 13, 1-9
Quel giorno Gesù uscì di casa e sedette in riva al mare. Si radunò attorno a lui tanta folla che egli salì su una barca e si mise a sedere, mentre tutta la folla stava sulla spiaggia.
Egli parlò loro di molte cose con parabole. E disse: «Ecco, il seminatore uscì a seminare. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. Un’altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c’era molta terra; germogliò subito, perché il terreno non era profondo, ma quando spuntò il sole, fu bruciata e, non avendo radici, seccò. Un’altra parte cadde sui rovi, e i rovi crebbero e la soffocarono. Un’altra parte cadde sul terreno buono e diede frutto: il cento, il sessanta, il trenta per uno. Chi ha orecchi, ascolti».Parola del Signore.