Sabato della XVI settimana del tempo ordinario
“Fino alla mietitura”.
Dobbiamo stare attenti,
perché non solo il “bene” getta il suo seme.
Anche il “male” ha la sua semente da gettare.
E ne ha una quantità molto variegata.
Agisce di nascosto il male,
mentre “tutti dormono”,
ci dice il Vangelo.
Ecco l’importanza di essere vigili,
di restare svegli,
per impedire che il male “attecchisca” in noi.
Da qui il dramma di una società e di una generazione che dormono,
come anestetizzati,
e che ormai il bene dal male non riesce a distinguere più.
Dobbiamo stare attenti.
Si comincia sempre con un
“cosa vuoi che sia…”,
si continua con un
“ma lo fanno tutti…”
Se non impediamo a quel seme di trovare in noi “terreno fertile”,
metterà radici profonde,
e sarà difficile da estirpare.
Ma questo brano,
rivolto a noi oggi ha un bellissimo risvolto,
fatto di luce.
Ci incoraggia ad avere sulle persone,
su noi stessi,
e sulle situazioni,
uno sguardo diverso,
uno sguardo da Dio.
I servi subito si preoccupano della presenza della zizzania,
che vorrebbero immediatamente estirpare.
La loro attenzione si concentra su di essa.
Anche noi facciamo così.
Quando iniziamo un cammino,
vorremmo che da noi venissero solo cose buone.
Non si è più disposti ad accettare di produrre cose non buone.
Ma questo richiede tempo.
Anche molto.
L'”uomo vecchio” talvolta è difficile da estirpare.
Dio si preoccupa invece della presenza del grano.
Ha paura che venga sciupato.
Per questo usa delicatezza.
E pazienza.
In un campo dove prima il suo seme era totalmente soffocato dalla zizzania,
adesso sta’ spuntando del grano.
Man mano che esso crescerà,
la zizzania avrà sempre meno spazio.
Lei diminuirà,
il bene aumenterà.
Mentre noi,
negli altri
e anche in noi stessi,
siamo portati a vedere il negativo,
prima ancora del positivo,
Dio in noi vede invece il “positivo”.
La Parabola di oggi è per noi.
Il Signore ci incoraggia.
“C’e’ del buono in te,
e anche negli altri”,
sembra dire.
“Devi imparare a vederlo,
come lo vedo io”.
C’è del buono in quel figlio che ti fa’ soffrire,
e in quel collega o in quel parente che proprio non riesci a sopportare.
Cerchiamo di ricordarlo sempre,
e di avere il Suo sguardo sulle cose e sulle persone.
Sia benedetto Dio,
sapiente agricoltore.
Dal vangelo Mt.13,18-23
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
“Voi dunque ascoltate la parabola del seminatore. Ogni volta che uno ascolta la parola del Regno e non la comprende, viene il Maligno e ruba ciò che è stato seminato nel suo cuore: questo è il seme seminato lungo la strada. Quello che è stato seminato sul terreno sassoso è colui che ascolta la Parola e l’accoglie subito con gioia, ma non ha in sé radici ed è incostante, sicché, appena giunge una tribolazione o una persecuzione a causa della Parola, egli subito viene meno. Quello seminato tra i rovi è colui che ascolta la Parola, ma la preoccupazione del mondo e la seduzione della ricchezza soffocano la Parola ed essa non dà frutto. Quello seminato sul terreno buono è colui che ascolta la Parola e la comprende; questi dà frutto e produce il cento, il sessanta, il trenta per uno”.