Noi ti rendiamo grazie, o Dio, ti rendiamo grazie:
invocando il tuo nome, raccontiamo le tue meraviglie.
Sì, nel tempo da me stabilito
io giudicherò con rettitudine.
Tremi pure la terra con i suoi abitanti:
io tengo salde le sue colonne.
Dico a chi si vanta: “Non vantatevi!”,
e ai malvagi: “Non alzate la fronte!”.
Non alzate la fronte contro il cielo,
non parlate con aria insolente.
Né dall’oriente né dall’occidente
né dal deserto viene l’esaltazione,
perché Dio è giudice:
è lui che abbatte l’uno ed esalta l’altro.
Il Signore infatti tiene in mano una coppa,
colma di vino drogato.
Egli ne versa: fino alla feccia lo dovranno sorbire,
ne berranno tutti i malvagi della terra.
Ma io ne parlerò per sempre,
canterò inni al Dio di Giacobbe.
Piegherò la fronte dei malvagi,
s’innalzerà la fronte dei giusti.
Commento
Il salmo esprime il rendimento di grazie di una comunità, che pur in mezzo a gravi difficoltà non rinuncia di raccontare “le meraviglie del Signore”, cioè l’uscita dall’Egitto, l’alleanza, la conquista della Terra Promessa, le promesse. Pare di poter datare il salmo all’epoca dei Maccabei (175 a.C). La geografia che si ricava dalle parole: “Né dall’oriente, né dall’occidente…” è quella della Palestina. L’oriente è verso i territori di Moab; l’occidente verso il Mediterraneo; le montagne sono quelle del nord; il deserto è a sud. Sono i quattro punti cardinali.
Il salmista non teme, i più grandi sconvolgimenti sociali causati dai potenti non arrestano il disegno di Dio, la fedeltà di Dio al suo proposito di salvezza dell’uomo: “Tremi pure la terra con i suoi abitanti: io tengo salde le sue colonne”.
La comunità che non fugge dalla sua fede, ma la propone ai vacillanti, è certa che Dio interverrà giudicando “tutti i malvagi della terra”. Essi si troveranno ad essere sconvolti e senza orientamento come degli ubriachi che lottano tra loro, poiché Dio ha “in mano una coppa, colma di vino drogato”, che gli empi berranno fino alla feccia, cioè fino al più completo obnulamento. Alla luce di questa vittoria di Dio, che avverrà perché Dio lascerà gli uomini in preda al loro consiglio, il salmista non esita a dire agli empi di non cantare vittoria, perché Dio non può essere vinto da nessuno e il suo popolo non può essere soppresso da nessuno: “Dico a chi si vanta: <Non vantatevi!>, e ai malvagi: <Non alzate la fronte!>”.
Il salmista, sereno nella sua fede, sa che il Signore lo preserverà dal castigo inflitto agli empi: ”Io ne parlerò per sempre, canterò inni al Dio di Giacobbe”.
Il salmo si conclude ridando la parola a Dio: “Piegherò la fronte dei malvagi…”. Il giudizio verrà da Dio e non dai potenti della terra, poiché essi, infatti, saranno sottoposti a giudizio: “Perché Dio è giudice: è lui che abbatte l’uno ed esalta l’altro”.
La Chiesa è certa che Dio la libererà dagli empi e la farà trionfare eternamente nella gloria: “s’innalzerà la fronte dei giusti”.
Magnificat
L’anima mia magnifica il Signore *
e il mio spirito esulta in Dio,
mio salvatore,
perché ha guardato l’umiltà
della sua serva. *
D’ora in poi tutte le generazioni
mi chiameranno beata.
Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente *
e santo é il suo nome:
di generazione in generazione la sua misericordia *
si stende su quelli che lo temono.
Ha spiegato la potenza
del suo braccio, *
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
ha rovesciato i potenti dai troni, *
ha innalzato gli umili;
ha ricolmato di beni gli affamati, *
ha rimandato i ricchi a mani vuote.
Ha soccorso Israele, suo servo, *
ricordandosi della sua misericordia,
come aveva promesso ai nostri padri,*
ad Abramo e alla sua discendenza, per sempre.
Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre *
nei secoli dei secoli. Amen