Dio, non startene muto,
non restare in silenzio e inerte, o Dio.
Vedi: i tuoi nemici sono in tumulto
e quelli che ti odiano alzano la testa.
Contro il tuo popolo tramano congiure
e cospirano contro i tuoi protetti.
Hanno detto: “Venite, cancelliamoli come popolo
e più non si ricordi il nome d’Israele”.
Hanno tramato insieme concordi,
contro di te hanno concluso un patto:
le tende di Edom e gli Ismaeliti,
Moab e gli Agareni,
Gebal, Ammon e Amalèk,
la Filistea con gli abitanti di Tiro.
Anche l’Assiria è loro alleata
e dà man forte ai figli di Lot.
Trattali come Madian, come Sìsara,
come Iabin al torrente Kison:
essi furono distrutti a Endor,
divennero concime dei campi.
Rendi i loro principi come Oreb e Zeeb,
e come Zebach e come Salmunnà tutti i loro capi;
essi dicevano:
“I pascoli di Dio conquistiamoli per noi”.
Mio Dio, rendili come un vortice,
come paglia che il vento disperde.
Come fuoco che incendia la macchia
e come fiamma che divampa sui monti,
così tu incalzali con la tua bufera
e sgomentali con il tuo uragano.
Copri di vergogna i loro volti
perché cerchino il tuo nome, Signore.
Siano svergognati e tremanti per sempre,
siano confusi e distrutti;
sappiano che il tuo nome è “Signore”:
tu solo l’Altissimo su tutta la terra.
Commento
Il salmo è stato molto probabilmente scritto prima della caduta di Ninive (612 a.C.) capitale dell’impero Assiro. Il salmista presenta Israele accerchiato da nemici, che volendo cancellare dalla terra Israele sono in lotta contro Dio; anzi sono direttamente in lotta contro Dio, di cui Israele è testimone nella storia. Il salmista fa un elenco di questi nemici che si sono alleati su di un punto: abbattere Israele in quanto popolo di Dio. Il salmista li vede tutti concordi in questo proposito tanto che dice che hanno concluso contro Dio un’alleanza.
L’accerchiamento è completo: a sud c’è Edom, Amalek, e le tribù arabe di Gebal, degli Agareni discendenti da Agar (Gn 16,3) e gli Ismaeliti discendenti di Ismaele (Gn 21,18); ad est c’è Moab e Ammon, figli di Lot (Gn 19,37); a sud-ovest ci sono i Filistei (la Palestina meridionale in riva al Mediterraneo; a nord-ovest Tiro; a nord-est gli Assiri, che agiscono d’intesa con i figli di Lot).
Il salmista inizia con una invocazione-lamentazione: “Dio, non startene muto, non restare in silenzio e inerte, o Dio”. Il salmista chiede che tanti nemici vengano dispersi, come già un giorno Dio fece contro i Madianiti (Cf. Gdc 7-8); contro Sisara e Iabin (Gdc 4-5). Oreb e Zeb sono principi Madianiti (Gdc 7,25), come pure Zebee e Sàlmana (Cf. Zebach e Zalmunna: Gdc 8,5).
Il salmista ha toni molto forti, crudi, ma considera che dall’umiliazione dei nemici di Dio ne possa nascere la conversione a Dio: “Copri di vergogna i loro volti perché cerchino il tuo nome, Signore”.
Questo salmo non entra nella recitazione cristiana proprio per i toni duri, di richiesta di distruzione come via alla conversione.
Magnificat
L’anima mia magnifica il Signore *
e il mio spirito esulta in Dio,
mio salvatore,
perché ha guardato l’umiltà
della sua serva. *
D’ora in poi tutte le generazioni
mi chiameranno beata.
Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente *
e santo é il suo nome:
di generazione in generazione la sua misericordia *
si stende su quelli che lo temono.
Ha spiegato la potenza
del suo braccio, *
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
ha rovesciato i potenti dai troni, *
ha innalzato gli umili;
ha ricolmato di beni gli affamati, *
ha rimandato i ricchi a mani vuote.
Ha soccorso Israele, suo servo, *
ricordandosi della sua misericordia,
come aveva promesso ai nostri padri,*
ad Abramo e alla sua discendenza, per sempre.
Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre *
nei secoli dei secoli. Amen