XVIII domenica del tempo ordinario
Povero Gesù.
Il miracolo dei pani e dei pesci lo aveva messo nei guai.
Aveva soddisfatto un “bisogno fisico”,
gli aveva risolto un problema.
E ancora lo cercavano,
affinché risolvesse anche tutti gli altri problemi.
Non era stato l’interesse a cambiar vita che li aveva portati a seguirlo.
Non avevano nessuna intenzione di cambiare cio’ che era da cambiare.
Lo stavano trattando da “mago”.
Da qui la Sua raccomandazione,
il Suo avvertimento,
che giunge oggi fino a noi:
a non cercare Dio solo per il “materiale”.
C’e’ ben di più in gioco.
C’e’ la vita eterna.
E noi?
Per quale motivo cerchiamo Gesù?
Anche noi,
dopo aver visto le Sue meraviglie,
dopo aver sperimentato la Sua vicinanza e il Suo Amore,
lo trattiamo da “bacchetta magica risolvi problemi”?
Dopodiché non lo cerchiamo più.
Almeno fino al sopraggiungere del prossimo guaio,
del prossimo problema,
della prossima malattia.
Naturalmente,
non per tutti è così.
Anche allora lo cercavano,
e tuttora lo cercano,
perché l’esperienza fatta di Lui,
aveva e ha,
il sapore della vita eterna.
Quale tipo di pane cerchiamo dunque?
Abbiamo tutti fame d’amore.
Cerchiamo tutti di essere considerati.
Ma il metterci al primo posto,
il riempirci di feste,
viaggi,
cose materiali,
non pone fine al “baratro” che può esserci dentro di noi.
Esiste un “Pane” capace di mettere fine a questa fame.
Desiderio di Dio e’ che l’uomo cessi di soffrire di questa fame che fa’ soffrire l’anima.
Oggi Lui,
cerca me e te.
Per nutrirci di Lui.
Donarci il Suo Corpo e il Suo Sangue.
Donarci la Sua Parola.
Donarci il Suo Spirito.
Donarci la vita eterna.
E raccontare al mondo di questo cibo.
Che sfama e disseta.
Perché questo pane esiste.
Si chiama Gesù.
“Signore, dacci sempre questo pane”.
Si Signore.
Che non venga a mancarci mai.
Sia benedetto Dio nostro cibo.
Dal vangelo secondo Giovanni 6,24-35
In quel tempo, quando la folla vide che Gesù non era più là e nemmeno i suoi discepoli, salì sulle barche e si diresse alla volta di Cafàrnao alla ricerca di Gesù. Lo trovarono di là dal mare e gli dissero: “Rabbì, quando sei venuto qua?”.
Gesù rispose loro: “In verità, in verità io vi dico: voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati. Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna e che il Figlio dell’uomo vi darà. Perché su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo”.
Gli dissero allora: “Che cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio?”. Gesù rispose loro: “Questa è l’opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato”.
Allora gli dissero: “Quale segno tu compi perché vediamo e ti crediamo? Quale opera fai? I nostri padri hanno mangiato la manna nel deserto, come sta scritto: “Diede loro da mangiare un pane dal cielo””. Rispose loro Gesù: “In verità, in verità io vi dico: non è Mosè che vi ha dato il pane dal cielo, ma è il Padre mio che vi dà il pane dal cielo, quello vero. Infatti il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo”.
Allora gli dissero: “Signore, dacci sempre questo pane”. Gesù rispose loro: “Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!”.