Lunedì della XIX settimana del tempo ordinario
“Lampade accese”
Questa Parabola,
non e’ una storiellina.
È molto cruda.
E soprattutto,
non è a lieto fine.
Tutte le vergini sono chiamate a entrare,
ma non tutte entrano.
La meta’ non entra.
Ed è un numero elevato.
Non dice la Parabola,
che queste “vergini” erano inapaci di intendere e volere.
È capace che fra esse ci fossero scienziati,
avvocati,
medici,
insegnanti e ingegneri.
Ma alcune erano sagge,
le altre erano stolte.
Perché non prepararsi bene all’appuntamento più importante della propria esistenza,
è stoltezza.
Il “Regno dei Cieli” e’ cosa seria.
Per questo ci dobbiamo preparare.
Non solo dobbiamo presentarci con le lampade accese.
Dobbiamo essere noi quelle lampade accese.
Che i nostri angeli presenteranno allo Sposo al momento dell’incontro.
Lampade accese che hanno illuminato il mondo intorno a loro con la loro luce.
Luce prodotta e mantenuta,
grazie all’olio buono e profumato della fede in Dio.
Della vita spesa in Lui.
Olio prodotto con fatica e amore.
Olio che e’ frutto della miglior spremitura del nostro vivere.
La luce prodotta da quest’olio,
il Signore la riconoscera’.
Perché e’ la stessa luce che illumina il Suo Regno.
Da Lui viene e a Lui torna.
Non così per chi avrà alimentato la propria lampada con l’olio della stoltezza.
L’olio della stoltezza non illumina.
E’ luce che non serve.
Subito si spenge.
Non illumina il mondo.
Non disperderde le tenebre.
Il mondo vuole riempire i nostri vasi
con l’olio che non serve.
Ci racconta che Gesù è inventato.
Che Dio non esiste.
Che bisogna pensare solo a noi stessi.
Ma per noi non sia così.
Non sia questo l’olio che abbiamo prodotto e conservato nel vasetto quest’oggi.
Gesù ci trovi con le lampade accese e con i vasi pieni dell’olio buono.
Olio per illuminare il mondo.
Olio per il Regno dei Cieli.
L’olio della saggezza.
Che non si può comprare né regalare.
Dobbiamo produrlo noi personalmente.
E averne scorte piene
Sia benedetto Gesu’ nostra luce.
Dal Vangelo secondo Matteo Mt 25,1-13
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola:
«Il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le loro lampade, ma non presero con sé l’olio; le sagge invece, insieme alle loro lampade, presero anche l’olio in piccoli vasi. Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono.
A mezzanotte si alzò un grido: “Ecco lo sposo! Andategli incontro!”. Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. Le stolte dissero alle sagge: “Dateci un po’ del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono”. Le sagge risposero: “No, perché non venga a mancare a noi e a voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene”.
Ora, mentre quelle andavano a comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: “Signore, signore, aprici!”. Ma egli rispose: “In verità io vi dico: non vi conosco”.
Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora».