Giovedì della XX settimana del tempo ordinario
Il vangelo di oggi è ricco di particolari e di colpi di scena.
Al centro di tutto c’è il re.
L’occasione del banchetto è il matrimonio del figlio, di cui però non si dice nulla.
Solo il re parla, ordina, giudica.
Il primo colpo di scena sta nel rifiuto degli invitati alle nozze.
S’è mai visto qualcuno rifiutare un invito a un banchetto regale? E la cosa che lascia ancora più stupiti sono le motivazioni: uno va nel campo e quell’altro a badare ai propri affari.
E se non bastasse, qualcuno se la prende pure con i servi, li bastona e li uccide.
E’ chiaro che Gesù sta rileggendo la storia di rifiuto e di violenza toccata ai profeti e a Giovanni Battista, questa forse è la ragione del ricorrente doppio invio dei servi.
Ma questo rifiuto appare provvidenziale perché apre all’accoglienza di quelli che non erano preparati e che vengono raccattati per le strade.
Buoni o cattivi, belli o brutti non fa problema.
E la sala si riempie di invitati.
Evvai con la festa!
Fino a qui tutto sembra chiaro e lineare: c’è chi rifiuta e chi accoglie l’invito.
Ma qui scatta un nuovo colpo di scena: il re passa tra gli invitati, ne trova uno senza abito nuziale, lo fa legare e dopo averlo rimproverato, lo buttare fuori dalla festa. Ma come?
Certo che non aveva l’abito nuziale, è stato raccattato per strada!
Ovviamente la parabola non vuole mettere in luce la folle pretesa del re, quanto piuttosto il rischio di coloro che sono invitati alla mensa di sentirsi “garantiti” per il semplice fatto di trovarsi lì.
Ancora una volta Gesù ci scuote e ci obbliga a guardarci allo specchio per dirci la verità sulla nostra vita.
Nessuno può credersi garantito e arrivato.
Nessuno può dirsi certificato per il Regno.
La Sua Parola ci vuole svestire da quella religiosità fatta di abitudini vuote, di riti che non celebrano più nulla, di quella religiosità triste e moralistica di cui spesso – troppo! – siamo imbevuti.
La Sua Parola ci vuole mettere a nudo, o forse farci capire che nudi già lo siamo, per rivestirci dell’abito di nozze.
Buon cammino…
Dal Vangelo secondo Matteo 22,1-14
In quel tempo, Gesù riprese a parlare in parabole [ai capi dei sacerdoti e ai farisei] e disse: «Il regno dei cieli è simile a un re, che fece una festa di nozze per suo figlio. Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non volevano venire. Mandò di nuovo altri servi con quest’ordine: “Dite agli invitati: Ecco, ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e gli animali ingrassati sono già uccisi e tutto è pronto; venite alle nozze!”. Ma quelli non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari; altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero. Allora il re si indignò: mandò le sue truppe, fece uccidere quegli assassini e diede alle fiamme la loro città. Poi disse ai suoi servi: “La festa di nozze è pronta, ma gli invitati non erano degni; andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze”. Usciti per le strade, quei servi radunarono tutti quelli che trovarono, cattivi e buoni, e la sala delle nozze si riempì di commensali. Il re entrò per vedere i commensali e lì scorse un uomo che non indossava l’abito nuziale. Gli disse: “Amico, come mai sei entrato qui senza l’abito nuziale?”. Quello ammutolì. Allora il re ordinò ai servi: “Legatelo mani e piedi e gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”. Perché molti sono chiamati, ma pochi eletti».
Parola del Signore.