Martedì della XXII settimana del tempo ordinario
“Nella sinagoga c’era un uomo”
È impressionante vedere quanto potente e liberante sia la Parola di Dio.
È impressionante rendersi conto di quanti demoni,
quasi tutti vestiti da angeli imperversano oggi,
ovunque per il mondo.
Ma è ancor più impressionante osservare Gesù.
Notare il Suo atteggiamento in quei momenti descritti dal Vangelo.
Mentre infatti noi,
ascoltando questo brano,
così come tutti coloro che erano presenti allora nella Sinagoga,
ci concentriamo sugli “schiamazzi” e sulle “gesta” compiuti dal demonio,
Gesù invece,
fissa lo sguardo e il Cuore,
su quell’uomo stesso.
Per Lui nella Sinagoga non c’era un demonio.
Per Lui “Nella Sinagoga c’era un uomo”
tenuto in catene dal male.
Può Lui non provare compassione,
misericordia,
tenerezza?
Tutto il Suo Amore di genitore,
viene fuori dal Suo Cuore.
«Taci! Esci da lui!».
Basta una sola Sua Parola,
e quest ‘uomo è nuovamente libero.
Basta una sola Sua Parola,
e quest’ uomo è nuovamente “un uomo”.
È la stessa pietà provata verso questo nostro fratello,
che Gesù ha provato,
e prova,
anche ora,
nei nostri confronti.
Ed è questa stessa “pietà” che ci interroga e ci punta il dito contro oggi.
Perché,
soprattutto in coloro che ci avversano, noi
smettiamo spesso di vedere ” un uomo”,
e al loro posto vediamo solo un “demonio”.
Eppure a volte,
basterebbe una sola “nostra Parola”,
detta con fermezza e autorità,
con cui ridoniamo al nemico la chance di tornare a essere “nostro amico”
Basterebbe soltanto “una nostra parola”,
detta con fermezza e autorità,
per liberare un uomo,
dalla prigione del dolore e del rancore che opprimono noi e gli altri .
Anche noi,
amando e perdonando,
possiamo operare grandi esorcismi.
Il male teme più questi atti forse,
che le preghiere.
Anche se,
senza pregare,
certi atti,
non riusciremo a compierli mai.
Tutte queste cose noi già le sappiamo.
Allora perché fatichiamo tanto a metterle in pratica?
Allora come mai,
la nostra bocca e il nostro cuore,
certe Parole non riescono a pronunciarle?
E come mai,
chi si rende conto di aver sbagliato,
non riesce a dire con sincerità :
“scusa”,
e sempre sinceramente,
non cerca di cambiare i suoi atteggiamenti?
Che il Signore venga presto anche nelle “Sinagoghe” dei nostri cuori, scacci via da esse il male,
e ciò che “fa’ male” alle nostre anime.
Che Gesù ci aiuti a “compiere il bene” ,
che non è solo “astenersi dal fare il male”,
ma forse,
qualcosa in più.
Che abbia ancora pietà.
Pietà di quei “poveri diavoli” che siamo noi.
Dal Vangelo secondo Luca Lc 4,31-37
In quel tempo, Gesù scese a Cafàrnao, città della Galilea, e in giorno di sabato insegnava alla gente. Erano stupiti del suo insegnamento perché la sua parola aveva autorità.
Nella sinagoga c’era un uomo che era posseduto da un demonio impuro; cominciò a gridare forte: «Basta! Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!».
Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E il demonio lo gettò a terra in mezzo alla gente e uscì da lui, senza fargli alcun male.
Tutti furono presi da timore e si dicevano l’un l’altro: «Che parola è mai questa, che comanda con autorità e potenza agli spiriti impuri ed essi se ne vanno?». E la sua fama si diffondeva in ogni luogo della regione circostante.