Sabato della XXII settimana del tempo ordinario
“Signore del Sabato”.
Non entreremo oggi nella piccola discussione fra Gesù e i farisei.
È più interessante
osservare lo sguardo di Gesù mentre fissa quel campo di grano e i suoi discepoli che si immergono in esso.
Cosa avrà visto Gesù in quel campo di grano,
bello,
biondo,
lussureggiante?
È bello pensare che in quel campo di grano Gesù ha visto
il “mare dell’amore di Dio”.
Nelle spighe mosse dal vento,
il dolce moto delle onde di quel mare.
Nell’entrare dei discepoli in esso ogni uomo che in quell’abisso desidera perdersi.
Ed è come se stamani ci sentissimo dire:
“C’è un campo di grano anche per te,
qualora tu avessi fame di Me e delle mie cose.
C’è un mare d’amore e di misericordia anche per te,
qualora tu sentissi il bisogno di sentirti amato,
accettato,
capito,
perdonato”.
Perché l’Amore di Dio nutre più del pane degli uomini.
Perché il “Pane di Dio” è Dio stesso che si fa’ cibo per noi.
Siamo tutti invitati ad entrare in questo campo.
A perderci in esso.
Le sue spighe mature ci nutriranno.
Ma ancora il pensiero va’ oltre.
Se da una parte è molto bello immergerci in quel campo di grano,
altrettanto bello deve essere farsi “campo di grano” per gli altri.
Un campo in cui ciascuno può nutrirsi dello stesso grande Amore con cui ci sentiamo nutriti noi.
Forse è questo che desiderava quel giorno Gesù per i suoi discepoli.
Forse per questo pregava in silenzio, mentre li osservava.
A ben pensarci,
non è poi un’esperienza lontana da noi.
Ogni genitore è per il proprio figlio un campo di grano.
Ogni genitore lascia che il proprio figlio si immerga in esso.
E in esso trovi il nutrimento e l’amore necessario per crescere.
E crescere bene.
Ma ogni uomo e donna di buona volontà,
possono esserlo poi,
per tutti coloro che desiderano nutrirsi attraverso di loro.
Oggi è sabato.
si è riaffacciata prepotente,
la voce disturbante dei farisei che dicono:
“Perché fate in giorno di sabato quello che non è lecito?».
E per assonanza,
par di sentire la voce di quelli che,
pur non onorando mai il precetto della festa,
mi dicono:
” Perché vai a Messa anche quando non è Domenica? “.
” Perché Gesù è il mio Signore tutti i giorni della settimana.
Dalla domenica al sabato.
Tutti i mesi della mia esistenza.
Per 365 giorni ogni anno.
È troppo poco per chi si ama vedersi solo una volta alla settimana.
È troppo poco per chi si ama pensarsi solo una volta alla settimana.
Gesù è il Signore del Sabato.
E della domenica.
E di tutti i giorni della nostra esistenza.
Fratelli e sorelle care,
noi siamo fortunati.
Noi siamo dei graziati.
Benediciamo Dio per tanta abbondanza.
Sia benedetto Gesù,
nostro campo di grano.
Dal Vangelo secondo Luca Lc 6,1-5
Un sabato Gesù passava fra campi di grano e i suoi discepoli coglievano e mangiavano le spighe, sfregandole con le mani.
Alcuni farisei dissero: «Perché fate in giorno di sabato quello che non è lecito?».
Gesù rispose loro: «Non avete letto quello che fece Davide, quando lui e i suoi compagni ebbero fame? Come entrò nella casa di Dio, prese i pani dell’offerta, ne mangiò e ne diede ai suoi compagni, sebbene non sia lecito mangiarli se non ai soli sacerdoti?».
E diceva loro: «Il Figlio dell’uomo è signore del sabato».