Martedì della XXIII settimana del tempo ordinario
Il discernimento è uno scegliere con Dio.
Gesù fa così: anzitutto sale e prega.
Salire significa fatica, perdita di equilibrio, affanno, talvolta smarrimento e desolazione.
L’importante è non perdere di vista la direzione.
Pregare poi è un atto personale, non ripetibile, unico per ciascuna persona; è come ti rivolgi tu alla parte più intima di Te, al tuo Tutto, al Tutto che sai che è dalla tua parte, davanti al quale puoi semplicemente essere.
A volte è come se ci volesse tutta una notte.
Poi, sul far del giorno, c’è l’azione; si tratta di concretizzare quanto vissuto, appreso e compreso; si tratta “compiere” la scelta.
Gesù scende con le proprie scelte sino ad un luogo pianeggiante:
tutto torna ad essere alla pari, sei tornato nel quotidiano, ma è diverso perché tu sei cambiato, sei nuova vita, puoi dare nuova linfa a tutto quel che c’è.
Dal Vangelo secondo Luca Lc 6,12-19
In quei giorni, Gesù se ne andò sul monte a pregare e passò tutta la notte pregando Dio. Quando fu giorno, chiamò a sé i suoi discepoli e ne scelse dodici, ai quali diede anche il nome di apostoli: Simone, al quale diede anche il nome di Pietro; Andrea, suo fratello; Giacomo, Giovanni, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso; Giacomo, figlio di Alfeo; Simone, detto Zelota; Giuda, figlio di Giacomo; e Giuda Iscariota, che divenne il traditore.
Disceso con loro, si fermò in un luogo pianeggiante. C’era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidòne, che erano venuti per ascoltarlo ed essere guariti dalle loro malattie; anche quelli che erano tormentati da spiriti impuri venivano guariti. Tutta la folla cercava di toccarlo, perché da lui usciva una forza che guariva tutti.