Sabato della XXIII settimana del tempo ordinario
“Fichi dagli spini”
No.
Non producono fichi gli spini.
Così come i frutti buoni non vengono prodotti dagli alberi cattivi.
Gesù dice:
‘’Non vi è albero buono che produca un frutto cattivo…’’
Da noi quaggiu si dice:
“Chi nasce tondo non può morire quadrato”.
A meno però,
che non intervenga la “Grazia”.
Che può trasformare un “cuore cattivo” in un “cuore buono”,
liberandolo dagli “spini” del male che lo opprimono.
È la “variabile Dio”.
La “variabile Dio” può scompaginare tutte le cose.
Sparigliare tutte le carte.
Trasformare gli alberi cattivi in alberi buoni,
e gli spini in viti.
Capaci di produrre vino buono
e frutti belli per tutti.
L’esempio di tanti grandi peccatori diventati grandi santi,
ci è di conforto.
Davvero in questo tempo disgraziato dobbiamo aspettarci grandi Grazie.
Perché il Signore rovescia i potenti e innalza gli umili.
Sconvolge i piani dei potenti e sostiene i poveri.
Non sorprendiamoci se il male,
che sembra travolgere ogni cosa,
improvvisamente capitolera’.
Travolto dal “bene”,
che sembrava destinato a soccombere.
Perche Dio agisce come noi non immaginiamo.
Nel momento in cui noi non lo crediamo possibile,
interviene.
Trovo profetico un brano come questo.
E anche ammonitore.
Cosa sta’ producendo questo tempo?
Alberi buoni o alberi cattivi?
Frutti buoni o frutti cattivi?
Noi e i nostri figli,
cosa siamo?
Siamo “fichi” o siamo “spini”? .
Perché i frutti vengano buoni,
e non siano frutti selvatici,
ci vuole impegno,
fatica e costanza.
Le cose buone difficilmente vengono su da sole,
se non sono curate.
Cosa stiamo offrendo alle nuove generazioni,
che saranno poi i politici di domani,
gli insegnanti di domani,
i padri e le madri di domani?.
Chi si è preoccupato di dare loro “Dio” ,
insieme al resto,
ha dato loro la “roccia” su cui scavare per gettare le fondamenta della propria esistenza,
realizzare i propri progetti,
costruire la casa che non crolla, quando arrivano i disastri.
A chi ancora non ha Dio nella propria vita,
perché non gliene hanno parlato,
perché gli hanno insegnato che Dio non esiste,
o altro ancora,
questo tempo di spine invece,
ha dato noi.
Proprio me e te.
Ma noi con la nostra preghiera possiamo essere la “variabile” che Dio ha scelto per riportare questo mondo a Lui.
Nessuno pensi di essere inutile.
Noi,
con la nostra preghiera,
possiamo essere oggi,
pur senza saperlo quella “variabile” che fa’ si che un’anima si salvi,
che un peccatore si converta,
che una guerra finisca anche solo un secondo prima,
che una lacrima di sofferenza si trasformi in lacrima di gioia.
Al lavoro allora.
Con gioia e fiducia.
Molti che si credevano “spini” si scopriranno alberi buoni.
Altri che pensavano di non aver niente da dare,
lasceranno dietro di loro tanta ricchezza.
Perché con Dio è così.
Lui agisce.
Lo fa’ anche ora.
Passando in me e te,
anche oggi.
Attraverso la lettura e l’ascolto della Sua Parola.
Santo giorno,
“variabili di Dio’’.
Dal vangelo secondo Luca 6,43-49
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non vi è albero buono che produca un frutto cattivo, né vi è d’altronde albero cattivo che produca un frutto buono. Ogni albero infatti si riconosce dal suo frutto: non si raccolgono fichi dagli spini, né si vendemmia uva da un rovo.
L’uomo buono dal buon tesoro del suo cuore trae fuori il bene; l’uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori il male: la sua bocca infatti esprime ciò che dal cuore sovrabbonda.
Perché mi invocate: “Signore, Signore!” e non fate quello che dico?
Chiunque viene a me e ascolta le mie parole e le mette in pratica, vi mostrerò a chi è simile: è simile a un uomo che, costruendo una casa, ha scavato molto profondo e ha posto le fondamenta sulla roccia. Venuta la piena, il fiume investì quella casa, ma non riuscì a smuoverla perché era costruita bene.
Chi invece ascolta e non mette in pratica, è simile a un uomo che ha costruito una casa sulla terra, senza fondamenta. Il fiume la investì e subito crollò; e la distruzione di quella casa fu grande».