Sabato della XV settimana del tempo ordinario
Gesù cerca di far capire ai discepoli il prezzo del suo amore per loro, e per noi. Il Signore si definisce il “figlio dell’uomo”, espressione ebraica per dire che Gesù è l’uomo perfettamente e pienamente realizzato, il più umano degli uomini!
Proprio questo Gesù oggi ci insegna che per realizzare la nostra vocazione alla vita, siamo chiamati a essere consegnati.
La nostra vita si trasfigura di divina bellezza ogni volta che accettiamo di non possedere più nulla, neppure noi stessi;
e così nudi e disarmati lasciamo che la nostra vera natura appaia.
Questa proposta sembra davvero incomprensibile e inaccettabile ai suoi, e forse, anche a noi. Perché esporsi tanto? Mostrarsi fragili e indifesi non sembra davvero una strategia vincente!? Ma il Signore Gesù, senza veli, sulla croce compirà la sua traiettoria generativa, invitandoci a fare come Lui.
«Lasciati attrarre e affascinare dal fare di Dio, che non può dare nulla di meno di sé stesso», scrive Meister Eckart. Forse perché ogni volta che ci concediamo di essere irrimediabilmente noi stessi, traspare quella scintilla di Dio che ci abita!
Presenza divina, assoluta fecondità e creatività di chi decide anche solo per un istante al giorno di lasciar trasparire la potenza operosa del Creatore. Anche attraverso te e me Dio continua a rimodellare questo nostro piccolo mondo! Chiedi al Signore il coraggio di vivere così, perché coloro ai quali verrai consegnato/a possano iniziare a vivere diversamente.
Dal Vangelo Lc 9,43b-45
In quel giorno, mentre tutti erano ammirati di tutte le cose che faceva, Gesù disse ai suoi discepoli: «Mettetevi bene in mente queste parole: il Figlio dell’uomo sta per essere consegnato nelle mani degli uomini».
Essi però non capivano queste parole: restavano per loro così misteriose che non ne coglievano il senso, e avevano timore di interrogarlo su questo argomento.