XXVI Domenica del tempo ordinario
Gesù sta andando verso Gerusalemme e camminando istruisce i discepoli.
Ad un tratto qualcuno guarisce e scaccia i demoni nel nome di Gesù. I discepoli se ne accorgono e glielo impediscono, perché “non è dei nostri”.
Si, avete capito bene: perché gli apostoli se la prendono con quell’uomo che scaccia i demoni nel nome di Gesù? E’ un pubblico peccatore? Vuole prendersi il merito?
No, cari amici, niente di tutto questo.
Marco riporta candidamente la pretesa dei dodici: “…perché non ci seguiva”.
Domenica scorsa era emerso il loro protagonismo personale, oggi quello del gruppo.
Questo brano mette davvero in crisi il nostro modo di pensare.
Nei secoli la Chiesa si è sentita un come l’arca di Noè: fuori di lei nessuna di salvezza.
Per secoli abbiamo ripetuto con orgoglio che: “Fuori dalla Chiesa non c’è salvezza”. Solo chi apparteneva alla Chiesa cattolica, chi era “dentro”, solo chi era battezzato aveva la possibilità di salvarsi.
L’appartenenza, ci ricorda il vangelo, non è il criterio esclusivo. Dio non è questione di appartenenza, ma di amore, di spirito.
Dio è più grande della Chiesa.
La Chiesa ha Dio, ma non lo possiede completamente.
Il Bene è presente anche fuori della Chiesa.
Chiunque fa il bene viene da Dio. Ci si salva anche solo per un bicchiere d’acqua dato con amore: “Chiunque vi darà da bere un bicchiere d’acqua nel mio nome, non perderà la sua ricompensa” (9,41).
Così poco? Si amici, così poco. Gesù ha talmente abbassato l’asticella che chiunque può riuscirci perché Dio ci vuole eroi nelle piccole cose, quelle che sono alla portata di tutti.
Non importa se non diventeremo mai “santi da calendario”, se il nostro nome non comparirà mai sui giornali, perché la nostra vita è salva, cioè felice, grazie all’amore con cui viviamo, a telecamere spente.
Gesù non è mai stato escludente, né ha mai obbligato nessuno a seguirlo e a far parte della sua comunità. Nessun proselitismo!
Gesù è il Signore di tutta la chiesa e lui solo conosce i suoi: non spetta dunque ai suoi, o presunti tali, giudicare altri come zizzania, fino a tentare di estirparli.
La bella notizia di questa Domenica?
Si può essere di Cristo senza appartenere al gruppo dei Dodici, perché tutto il Vangelo sta in un bicchiere d’acqua.
Dal Vangelo secondo Marco 9,38-43.45.47-48
In quel tempo, Giovanni disse a Gesù: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e volevamo impedirglielo, perché non ci seguiva». Ma Gesù disse: «Non glielo impedite, perché non c’è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito possa parlare male di me: chi non è contro di noi è per noi.
Chiunque infatti vi darà da bere un bicchiere d’acqua nel mio nome perché siete di Cristo, in verità io vi dico, non perderà la sua ricompensa.
Chi scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, è molto meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare. Se la tua mano ti è motivo di scandalo, tagliala: è meglio per te entrare nella vita con una mano sola, anziché con le due mani andare nella Geènna, nel fuoco inestinguibile. E se il tuo piede ti è motivo di scandalo, taglialo: è meglio per te entrare nella vita con un piede solo, anziché con i due piedi essere gettato nella Geènna. E se il tuo occhio ti è motivo di scandalo, gettalo via: è meglio per te entrare nel regno di Dio con un occhio solo, anziché con due occhi essere gettato nella Geènna, dove il loro verme non muore e il fuoco non si estingue».