XXVIII domenica del tempo ordinario
Desiderare la felicità – essere veramente felici: a volte il desiderio non per forza corrisponde alla sua facile realizzazione. “Quanto è difficile entrare nel regno di Dio!”.
Ce lo dice lo stesso Gesù!
Siamo cercatori di senso e uomini e donne che desiderano mettersi in gioco per la gioia piena, ma questo implica un impegno e la disponibilità a vivere delle tappe di passaggio, essere capaci di lasciare andare tutto quello che ostacola questo nostro progetto di vita.
Purtroppo però, lasciare andare è davvero difficile.
Le cose del passato anche quando ci lasciano tristi possono tenerci ancorati ad esse semplicemente perché è tutto quello che sappiamo.
Ciò che non conosciamo ci fa paura, ci manca la terra sotto i piedi, mentre il conosciuto almeno ci fa sembrare di essere in piedi… ma curvi e senza sorrisi da condividere con gli altri.
A volte questi attaccamenti sono relazioni tossiche,
a volte la paura del futuro,
a volte la sfiducia in noi stessi,
il bisogno incolmabile di amore…
tante cose ci legano. Ma questo legame non è per sempre, perché col suo sguardo Gesù ci cerca, ci osserva come un folle amante in attesa e ci propone di abbandonare i pesi e le sicurezze per l’incredibile avventura verso la vita.
Ci propone la libertà.
Lasciando tutto ciò che ostacola lo sguardo di Gesù sul nostro io più vero, avremo la vita in abbondanza e le sicurezze a cui rinunciamo saranno il nostro centuplo. Perché “tutto è possibile a Dio”.
Santa Domenica!
Dal Vangelo secondo Marco 10,17-30
In quel tempo, mentre Gesù andava per la strada, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò: «Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?». Gesù gli disse: «Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo. Tu conosci i comandamenti: “Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, non frodare, onora tuo padre e tua madre”».
Egli allora gli disse: «Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza». Allora Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò e gli disse: «Una cosa sola ti manca: va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!». Ma a queste parole egli si fece scuro in volto e se ne andò rattristato; possedeva infatti molti beni.
Gesù, volgendo lo sguardo attorno, disse ai suoi discepoli: «Quanto è difficile, per quelli che possiedono ricchezze, entrare nel regno di Dio!». I discepoli erano sconcertati dalle sue parole; ma Gesù riprese e disse loro: «Figli, quanto è difficile entrare nel regno di Dio! È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio». Essi, ancora più stupiti, dicevano tra loro: «E chi può essere salvato?». Ma Gesù, guardandoli in faccia, disse: «Impossibile agli uomini, ma non a Dio! Perché tutto è possibile a Dio».
Pietro allora prese a dirgli: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito». Gesù gli rispose: «In verità io vi dico: non c’è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi per causa mia e per causa del Vangelo, che non riceva già ora, in questo tempo, cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrà».