XXIX Domenica del Tempo Ordinario
Gesù sa che sta andando incontro a ostilità, lotta e forse morte. I discepoli sono convinti di andare a conquistare onore e prestigio.
“Cosa volete che io faccia per voi?”.
Che bello! Il sogno di Dio è farci felici, poter fare qualcosa per noi. Il problema è che spesso chiediamo cose senza senso.
Per Giacomo e Giovanni seguire Gesù è sentirsi migliori degli altri, superiori.
Erano soprannominati i “figli del tuono” e con Pietro erano i discepoli ammessi a particolari momenti della vita di Gesù.
Umanamente cercano di approfittare di questa loro vicinanza per presentare a Gesù una richiesta a dir poco arrogante: “Noi vogliamo che tu ci faccia quello che noi ti chiederemo”.
E Gesù risponde: “Ma sapete cosa chiedete?”, cioè “vi rendete conto?”.
Scusate, non vi fanno un po’ sorridere?
Sono come quei giovani convinti di spaccare il mondo ma poi non riescono neppure a cambiare qualche loro comportamento.
I due fratelli, come adolescenti capricciosi, pretendono, esigono: vogliono che Gesù si comporti come loro desiderano, cercano di piegare Gesù alle loro esigenze.
Giacomo e Giovanni dimenticano che l’amore chiede ma non pretende. L’amore non cerca di cambiare l’altro. Dio ci ascolta, è vero, ma per fortuna non ci esaudisce sempre.
Gesù è venuto «non per essere servito ma per servire e dare la vita».
Credo sia la più bella definizione di Dio.
Dio è venuto e continua a venire come servo, come mio servitore per darmi vita.
E’ bello sapere che la mia vita è il Suo lavoro.
Non è l’uomo che è stato creato per servire Dio ma è Dio che esiste per amare e servire l’uomo.
Non chiede all’uomo di inginocchiarsi ai suoi piedi ma è Lui che si cinge un asciugamano e lava i piedi maleodoranti dell’uomo, persino di colui che tradisce. Dio accarezza e fascia con tenerezza le ferite di ogni uomo.
Il Suo trono non è nell’alto dei cieli ma nel basso della terra.
Giacomo e Giovanni chiedevano di essere alla destra e alla sinistra di Gesù.
Non avevano capito che la loro richiesta significava occupare due posti sul Golgota, alla destra e alla sinistra dell’agnello immolato.
La bella notizia di questa Domenica?
Dio continua a seminare le nostre vite, perché anche noi diventiamo, come lui, servitori della vita, a cominciare da quelli che ci sono vicini.
Dal Vangelo secondo Marco 10,35-45
In quel tempo, si avvicinarono a Gesù Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedèo, dicendogli: «Maestro, vogliamo che tu faccia per noi quello che ti chiederemo». Egli disse loro: «Che cosa volete che io faccia per voi?». Gli risposero: «Concedici di sedere, nella tua gloria, uno alla tua destra e uno alla tua sinistra».
Gesù disse loro: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io bevo, o essere battezzati nel battesimo in cui io sono battezzato?». Gli risposero: «Lo possiamo». E Gesù disse loro: «Il calice che io bevo, anche voi lo berrete, e nel battesimo in cui io sono battezzato anche voi sarete battezzati. Ma sedere alla mia destra o alla mia sinistra non sta a me concederlo; è per coloro per i quali è stato preparato».
Gli altri dieci, avendo sentito, cominciarono a indignarsi con Giacomo e Giovanni. Allora Gesù li chiamò a sé e disse loro: «Voi sapete che coloro i quali sono considerati i governanti delle nazioni dominano su di esse e i loro capi le opprimono. Tra voi però non è così; ma chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore, e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti. Anche il Figlio dell’uomo infatti non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».