Mercoledì della XXIX settimana del tempo ordinario
Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli… non è ovvio, non è scontato stare svegli, non è un fatto dovuto o un obbligo.
Quell’attesa fino all’alba ha il potere di emozionare e sorprendere Dio, è più di quanto non si aspettasse.
Genera infatti in lui una risposta quasi eccessiva, esultante.
Ed è il punto commovente, sublime di questa parabola, il momento straordinario, quando accade l’impensabile: Dio da padrone diventa servitore: vi dico che si stringerà le vesti ai fianchi (è l’abbigliamento del servo) li farà sedere a tavola e passerà a servirli.
Da quello stupore di Dio, viene una voce: «questi miei figli mi sorprendono, capaci di incantarmi con un di più, un eccesso, una veglia fino all’alba, un vaso di nardo, un perdono con tutto il cuore, gli ultimi due spiccioli gettati nel tesoro del tempio, l’abbraccio e il pane dati al più piccolo. Metto ancora la mia gioia nelle loro mani!».
Dio non è il Padrone dei padroni, è il servitore della vita.
Non abbiamo pensato abbastanza a che cosa significhi avere un Dio nostro servitore. Il padrone castiga, il servo aiuta; il padrone giudica, il servo sostiene; il padrone detta ordini, il servo ascolta e apre il cuore.
Questi è il solo che io servirò perché è l’unico che si è fatto mio servitore.
Buon cammino…
Dal Vangelo secondo Luca Lc 12,39-48
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa. Anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo».
Allora Pietro disse: «Signore, questa parabola la dici per noi o anche per tutti?».
Il Signore rispose: «Chi è dunque l’amministratore fidato e prudente, che il padrone metterà a capo della sua servitù per dare la razione di cibo a tempo debito? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così. Davvero io vi dico che lo metterà a capo di tutti i suoi averi.
Ma se quel servo dicesse in cuor suo: “Il mio padrone tarda a venire”, e cominciasse a percuotere i servi e le serve, a mangiare, a bere e a ubriacarsi, il padrone di quel servo arriverà un giorno in cui non se l’aspetta e a un’ora che non sa, lo punirà severamente e gli infliggerà la sorte che meritano gli infedeli.
Il servo che, conoscendo la volontà del padrone, non avrà disposto o agito secondo la sua volontà, riceverà molte percosse; quello invece che, non conoscendola, avrà fatto cose meritevoli di percosse, ne riceverà poche.
A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più».