Mercoledì della XXXI settimana del tempo ordinario
“Piu’ di quanto ami suo padre, la madre, la moglie….”
E’ esigente Gesù.
Esige tanto.
E d’altronde,
il primo dei comandamenti,
non dice forse:
“Amerai il Signore Dio tuo,
con tutto il tuo cuore,
con tutta la tua mente,
con tutta la tua l’anima?”.
Dio va’ amato con tutta la nostra anima.
Va’ amato con la stessa passione con cui si ama la persona di cui si è innamorati.
Persona che puo’ essere lo sposo,
o la sposa.
Il figlio,
la figlia,
o chissà chi.
Per la quale faresti qualunque cosa.
Scaleresti le montagne.
Attraverseresti i deserti.
Sopporteresti ogni fatica.
E lo faresti col sorriso.
Contento di farlo.
Gesu’ non nega che
la sua sequela puo’ essere pesante.
Pesante come una croce.
Solo le persone innamorate la possono portare.
Perché l’amore ti mette in grado di fare “miracoli”.
Ma di fronte ai nostri cuori,
che possono rimanere turbati,
di fronte a un’affermazione così forte di Gesù,
davanti a tanta concretezza,
ecco che Lui ci invita a fare a nostra volta una cosa molto concreta:
a calcolare.
Calcolare se ne vale la pena.
Sembra dire:
“Voi che siete così bravi a calcolare
valutate bene.
E vi renderete conto che,
per quanto faticosa,
impegnativa,
talvolta pesante,
la mia sequela è un buon affare”.
È cosa “conveniente”.
Conviene perché non si può stare senza Dio.
Conviene perché il Suo Amore e’ unico.
Perché Gesù è compagno di viaggio nella vita.
Gioia nell’ allegrezza.
Forza nella prova
balsamo nella sofferenza.
Conviene perché è la risposta alle nostre domande.
Valutiamo bene fratelli cari,
sorelle care.
Chi di voi,
dopo averlo incontrato e conosciuto,
dopo aver sperimentato il Suo Amore,
vuole ora farne a meno?
Davvero Signore,
amarti conviene.
Aiutaci a capire che nella nostra vita,
sei l’investimento migliore che possiamo fare.
Sia benedetto Gesu’,
nostro guadagno.
Dal Vangelo secondo Luca Lc 14,25-33
In quel tempo, una folla numerosa andava con Gesù. Egli si voltò e disse loro:
«Se uno viene a me e non mi ama più di quanto ami suo padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo. Colui che non porta la propria croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo.
Chi di voi, volendo costruire una torre, non siede prima a calcolare la spesa e a vedere se ha i mezzi per portarla a termine? Per evitare che, se getta le fondamenta e non è in grado di finire il lavoro, tutti coloro che vedono comincino a deriderlo, dicendo: “Costui ha iniziato a costruire, ma non è stato capace di finire il lavoro”.
Oppure quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima a esaminare se può affrontare con diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila? Se no, mentre l’altro è ancora lontano, gli manda dei messaggeri per chiedere pace.
Così chiunque di voi non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo».