Dal Vangelo secondo Luca Lc 17,1-6
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«È inevitabile che vengano scandali, ma guai a colui a causa del quale vengono. È meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare, piuttosto che scandalizzare uno di questi piccoli. State attenti a voi stessi!
Se il tuo fratello commetterà una colpa, rimproveralo; ma se si pentirà, perdonagli. E se commetterà una colpa sette volte al giorno contro di te e sette volte ritornerà a te dicendo: “Sono pentito”, tu gli perdonerai».
Gli apostoli dissero al Signore: «Accresci in noi la fede!». Il Signore rispose: «Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso: “Sràdicati e vai a piantarti nel mare”, ed esso vi obbedirebbe».
Lunedì della XXXII settimana del tempo ordinario
“Aumenta la nostra fede”.
È difficile il Vangelo di oggi.
Sembra composto da tre brani differenti,
appiccicati insieme,
ma con nessuna relazione fra loro.
Eppure,
talvolta,
non è così pure la nostra vita?
Dalla prima parte del Vangelo, colpisce una frase:
“State attenti a voi stessi”.
Dobbiamo stare attenti a noi stessi.
Dalle nostre mancate “vigilanze” sono arrivati i disastri nella nostra vita,
non sempre bisogna seguire il cuore,
bisogna usare pure la testa.
ma neanche tutto può essere “Testa”,
a volte è necessario ascoltare ciò che suggerisce il cuore.
Dobbiamo imparare “a stare attenti”, ad ascoltare Dio.
Che parla alla nostra testa e al nostro cuore,
all’intelletto e al sentimento.
E così,
imparare a vigilare su noi stessi,
affidandoci a Lui.
Per evitare di finire in situazioni che “creano scandalo”,
nostro malgrado,
da cui poi vorremmo tornare indietro e invece
non sappiamo più come uscire.
Dalla seconda parte del Vangelo,
invece,
pare che “invito”di Gesù,
diventi un “ordine” :
“Perdonerai”.
Gesù ci tiene tanto a vederci col cuore libero.
Aggiunge però un tassello,
davvero importante.
E cioè,
se “tornerà chiedendo perdono”.
È una cosa che implica una responsabilità reciproca.
E anche una vigilanza.
Che la “richiesta di perdono” non ci colga impreparati.
Perché nessuno arrivi a dire:
“È rancoroso,
è intransigente.
Ho chiesto scusa e ho fatto quello che potevo,
ma non mi ha perdonato.
Eppure prega,
va’ in chiesa,
riceve la Comunione……”
E così facendo venga screditato il nostro cammino.
“Facciamo attenzione” che lo “scandalo” non diventi la mancanza di perdono che non siamo riusciti a dare.
E a passare così dalla ragione al torto
Ben fanno dunque gli apostoli,
ascoltando queste cose dalla bocca di Gesù,
e a chiedere che venga aumentata la loro fede.
E ben facciamo noi a chiedere che venga aumentata la nostra.
Perché ne abbiamo poca.
Meno di un granellino di senape.
Giungiamo qui alla parte finale del Vangelo.
Eppure,
abbiamo tanto bisogno della “fede”.
Per essere in grado,
nell’ora della prova e della difficoltà,
come barca che affronta in mare la tempesta,
di tenere fermo il timone,
resistendo cosi alla tentazione di scegliere il male,
continuando a scegliere il bene.
Alla fine,
sono e saranno le nostre opere a parlare per noi.
I nostri gesti a rendere credibile il cammino.
Non le nostre parole.
Gesù non chiede cose facili oggi.
Ma ci parla della vita,
facendoci rendere conto di quanto bisogno abbiamo di Lui,
nel nostro cammino umano e spirituale.
“Siamo in grado di perdonare il fratello che ci ha ferito,
tradito,
ingannato?
Siamo in grado di mantenere la speranza contro ogni speranza?
Di affrontare una malattia o una grossa difficoltà nella pace,
confidando in Dio,
e non accusandolo di cio’ che accade?”
Sono cose che necessitano di grande forza spirituale,
e di grande fede.
Ci sono azioni che restano dentro il cuore,
e che vede solo Dio.
Ce ne sono altre che vedono anche gli uomini.
Eppure saranno queste ultime a dire,
al mondo che le vede,
se crediamo in Gesù in maniera autentica,
o meno.
Preghiamo il Signore perché aumenti la nostra fede.
E ci trasformi in testimoni credibili di essa.
Il mondo sta’ aspettando tali testimoni.
Il mondo sta’ aspettando me e te.
Preghiamo Dio che aumenti la nostra fede.
Sia benedetto Gesu’,
Dio fedele.