Venerdì della Il settimana del tempo Ordinario
Mc 3,13-19
Il gesto della scelta dei discepoli che viene raccontato nel Vangelo di oggi non riguarda solo una categoria di persone ma riguarda tutti coloro che hanno il dono della fede. Troppo volte leggiamo il Vangelo piegandolo a letture clericali, ma dimentichiamo che ogni pagina del Vangelo parla a tutti e non solo a preti o consacrati, perché la chiamata di fondo non è a una vocazione specifica ma a quella vocazione battesimale che ci rende tutti discepoli: sacerdoti, re e profeti.
il Vangelo di oggi: “Salì poi sul monte, chiamò a sé quelli che egli volle ed essi andarono da lui. Ne costituì Dodici che stessero con lui e anche per mandarli a predicare e perché avessero il potere di scacciare i demòni”.
Sono da sottolineare le tre conseguenze della chiamata di Gesù. Innanzitutto dice il Vangelo li chiamò perché “stessero con lui”; la prima grande chiamata è ad avere un’intimità con il Signore.
La prima chiamata è ad avere un’autentica vita spirituale.
Poi aggiunge “per mandarli a predicare”; non si può pensare a una fede che non diventi missione, annuncio.
Una fede che non sente l’urgenza di annunciare ciò che si è incontrato come Vero nella propria vita non è fede ma solo ornamento inutile. Terza cosa “perché avessero il potere di scacciare i demòni” che non significa che rende tutti esorcisti ma rende tutti capaci di combattere il male in ogni sua subdola manifestazione: ingiustizia, disperazione, tentazione, visione mondana della vita e della storia, e così via. Vita spirituale, missione e lotta al male sono le tre conseguenze del dono della fede.
Dal Vangelo secondo Marco Mc 3,13-19
In quel tempo, Gesù salì sul monte, chiamò a sé quelli che voleva ed essi andarono da lui. Ne costituì Dodici – che chiamò apostoli – , perché stessero con lui e per mandarli a predicare con il potere di scacciare i demòni. Costituì dunque i Dodici: Simone, al quale impose il nome di Pietro, poi Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni fratello di Giacomo, ai quali diede il nome di Boanèrghes, cioè “figli del tuono”; e Andrea, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso, Giacomo, figlio di Alfeo, Taddeo, Simone il Cananeo e Giuda Iscariota, il quale poi lo tradì.