Santi Timoteo e Tito
Gesù vuole discepoli nudi.
Li invia senza nulla, spogli di ogni sicurezza materiale. La forza dei discepoli del Rabbì Nazareth non sta nell’organizzazione o nei mezzi impiegati, ma in quell’uragano di passione che riempie la loro vita. Questo basta.
Non hanno né borsa, né sandali, né pane, ma il cuore è incandescente di quella Parola che ha sovvertito tutti i criteri di misura e di ricchezza. Non conta la forza, il potere, le ricchezze; ma la semplicità, il servizio, la leggerezza.
Non hanno nulla, sono uomini nudi, spogliati, alleggeriti, semplificati, inviati come agnelli tra i lupi. La fiducia è tutta nel Padre. I settantadue lo sanno, non sarà una sorpresa. Si preparano a farsi sbranare. Non avranno consensi oceanici. Nessuno preparerà tappeti rossi e lanci di petali. Né per loro, né per Gesù.
Sono mandati a due a due. La missione parte dalla fraternità, dall’annuncio vitale ed epidermico che il Regno annunciato dal Figlio è quello del Padre. Non c’è un re, un faraone, un dittatore. Il Regno è quello del Padre. Una casa per i fratelli. Si parte a due a due.
Sono pronti al contagio. Sono pronti ad annunciare pace, a seminare speranza. Sono pronti a preparare la strada al Signore.
Hanno fretta i discepoli, nel cuore c’è l’urgenza dell’annuncio. Non c’è tempo da perdere. Non c’è nulla che possa slegare il cuore dalla priorità del Vangelo.
Questi settantadue sono i pionieri di un popolo immenso di appassionati del Regno. Ufficio, casa, università, palestra, treno, bar sono i luoghi della missione in cui prosegue l’invio del maestro. Non è roba solo da preti, suore o monaci. E’ la missione dei battezzati, del popolo di Dio chiamato a contagiare di passione, a far sorgere domande, a mettere in discussione logiche di potere, a ribaltare gerarchie sterili.
Dal Vangelo secondo Luca Lc 10,1-9
In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada. In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra. Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”».