Lunedì della VII settimana di Pasqua
Benissimo, ora finalmente è tutto chiaro, Signore.
Siamo pronti, preparati,
abbiamo finalmente accolto le tue parole, iniziato un cammino di discepolato, ci siamo convertiti, infine.
Tu sei venuto a rivelare il vero volto di Dio, un Padre che ci ama e siamo chiamati a convertire il nostro cuore, a passare dalla (pessima) idea che abbiamo di Dio a quella autentica che tu solo conosci. E ci hai donato lo Spirito che ci accompagna in questo percorso in cui – tenero – hai affidato alle nostre fragili voci la Parola del Vangelo. Solo che, Signore, anche noi, come i discepoli, ci illudiamo che la strada sia ormai in discesa, che tutto sia definito e semplice. Ci sono momenti invece, in cui ci disperiamo da soli, travolti dalla vita, provati dalla sofferenza. E perdiamo la speranza, la spegniamo e ti abbandoniamo, ti lasciamo solo. Niente di grave, ci dici oggi: capita. Perciò dimoriamo nella pace, anche quando non capiamo, anche quando la nostra vita vacilla. Non dobbiamo vincere noi, hai già vinto tu.
Dal Vangelo secondo Giovanni Gv 16,29-33
In quel tempo, dissero i discepoli a Gesù: «Ecco, ora parli apertamente e non più in modo velato. Ora sappiamo che tu sai tutto e non hai bisogno che alcuno t’interroghi. Per questo crediamo che sei uscito da Dio».
Rispose loro Gesù: «Adesso credete? Ecco, viene l’ora, anzi è già venuta, in cui vi disperderete ciascuno per conto suo e mi lascerete solo; ma io non sono solo, perché il Padre è con me.
Vi ho detto questo perché abbiate pace in me. Nel mondo avete tribolazioni, ma abbiate coraggio: io ho vinto il mondo!».