DIOCESI DI CALTANISSETTA

Dal Vangelo Mt. 12,1-8 “Misericordia io voglio. Non sacrificio”.

San Bonaventura, Vescovo e Dottore della Chiesa

“Misericordia io voglio.
Non sacrificio”.
Questo è il nostro Dio.
“Misericordia” è il Suo secondo nome.
Ed è così che vuole essere conosciuto.
Anche oggi Gesù passa.
E conduce nei campi di grano,
coloro che hanno fame di Dio.

Quei campi di grano,
quindi,
dobbiamo diventarlo noi.
A questo ci deve condurre il nostro cammino.
A essere pronti.
Pronti,
come spighe mature,
per andare incontro al fratello che di Dio ha fame.
Pronti a trasformarci in pane,
per il bene degli altri.

Sarebbe terribile se,
passando da “quel campo”
che siamo noi,
non si trovasse niente da mangiare.

Sarebbe terribile se il Signore facesse passare chi ha “fame di Lui” attraverso il campo che siamo noi,
e questi fosse trovato secco,
trascurato,
infruttuoso.

Da qui la nostra grande responsabilità.
Dobbiamo cercare di portare frutto.
Un frutto di misericordia che tolga la “fame di misericordia” di chi lo Spirito condurrà a passare “attraverso di noi”.
Frutto che dobbiamo produrre
non per noi,
ma per gli altri.

Nel nostro “povero” mondo,
c’è bisogno di tornare a passare “dai campi di grano”.
Da quelli dello Spirito.
Per essere da Lui seminati.
Per il Regno dei Cieli.

C’è bisogno che tu sia “campo di grano”,
fratello mio,
sorella mia.
Campi che producono spighe.
Non più per la terra.
Ma per i granai del Cielo.
Allora la vita,
davvero,
sara’ davvero bella.

Dal Vangelo secondo Matteo Mt 12,1-8

In quel tempo, Gesù passò, in giorno di sabato, fra campi di grano e i suoi discepoli ebbero fame e cominciarono a cogliere delle spighe e a mangiarle.
Vedendo ciò, i farisei gli dissero: «Ecco, i tuoi discepoli stanno facendo quello che non è lecito fare di sabato».
Ma egli rispose loro: «Non avete letto quello che fece Davide, quando lui e i suoi compagni ebbero fame? Egli entrò nella casa di Dio e mangiarono i pani dell’offerta, che né a lui né ai suoi compagni era lecito mangiare, ma solo ai sacerdoti. O non avete letto nella Legge che nei giorni di sabato i sacerdoti nel tempio vìolano il sabato e tuttavia sono senza colpa? Ora io vi dico che qui vi è uno più grande del tempio. Se aveste compreso che cosa significhi: “Misericordia io voglio e non sacrifici”, non avreste condannato persone senza colpa. Perché il Figlio dell’uomo è signore del sabato».