Commemorazione di tutti i fedeli defunti
È commovente che la Chiesa, madre colma di sapienza, faccia seguire alla gioiosa solennità dei santi la memoria più faticosa dei nostri fratelli defunti.
Come se la luce folgorante della santità di Dio ci aiutasse a capire e leggere con speranza l’evento della morte.
Noi crediamo di essere immortali: in noi abita l’anima, creata direttamente da Dio, sua scintilla, che ci è stata donata nel momento del nostro concepimento.
La nostra vita consiste in una caccia al tesoro, nell’accorgerci di avere un’anima, nel lasciarla crescere e fiorire.
Nel momento del passaggio il nostro corpo riposa in un luogo chiamato cimitero (dormitorio, in greco) mentre la nostra anima raggiunge Dio per un percorso di crescita o, se non ne vogliamo sapere, per un’eternità lontani da lui.
Nella pienezza dei tempi la nostra anima si ricongiungerà ai nostri corpi trasfigurati per l’eternità.
Le preghiera di suffragio per i nostri defunti non servono a convincere Dio ma a far sentire alle persone che abbiamo amato che li stiamo accompagnando nel loro percorso.
Dal Vangelo secondo Giovanni Gv 6,37-40
In quel tempo, Gesù disse alla folla:
«Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me: colui che viene a me, io non lo caccerò fuori, perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato.
E questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma che lo risusciti nell’ultimo giorno. Questa infatti è la volontà del Padre mio: che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno»