Martedì della XXXII settimana del tempo ordinario
Una parola rivolta a chi, fra noi, da tempo frequenta il Signore e il Vangelo.
E ha dato tanto ha imparato a relazionarsi, a donarsi, ha assunto dei ruoli importanti nella comunità.
Ha fatto della parrocchia, del movimento, del gruppo un luogo sicuro da cui, alla fine, legittimamente, riceve considerazione e stima.
Il rischio di dare le cose per scontate esiste, per tutti.
È così scomodo seguire colui che non ha dove posare il capo!
Così destabilizzante!
E il Signore ci chiede un cuore libero, vero, liberante.
Servire per amore, ma sul serio.
Crescere nel cammino di fede e nella conoscenza delle cose di Dio gioendo di lavorare nella vigna del Signore.
Abbiamo ricevuto tanto, possiamo dare tanto e non del nostro, ma di quanto abbiamo ricevuto con gioia.
Allora sì, è vero, siamo servi inutili, come quell’asinello che porta Gesù a Gerusalemme nel giorno delle Palme.
Servi inutili che, però, Dio rende preziosi affidandoci l’annuncio del Regno.
Dal Vangelo secondo Luca Lc 17,7-10
In quel tempo, Gesù disse:
«Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà, quando rientra dal campo: “Vieni subito e mettiti a tavola”? Non gli dirà piuttosto: “Prepara da mangiare, stringiti le vesti ai fianchi e servimi, finché avrò mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai tu”? Avrà forse gratitudine verso quel servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti?
Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: “Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare”».