DIOCESI DI CALTANISSETTA

Dal Vangelo Gv. 2,13,22 “Non fate della casa del Padre mio un mercato”

DEDICAZIONE DELLA BASILICA LATERANENSE

“Non fate della casa del Padre mio un mercato”.
Quant’è bello
entrare in una chiesa!
Talvolta da’ l’impressione che l’ingresso sia come un “portale” che ti fa’ entrare in un’altra dimensione.
Esci da un mondo,
entri in un’altro,
dove regna la serenità.

Molte persone,
anche non praticanti,
spesso entrano in chiesa,
attraversano quella porta
per trovarsi in un'”altro mondo”,
diverso dal caos che c’è fuori
e trovare un po’ di pace e di conforto.

E che dire del meraviglioso silenzio ?
Davvero stupendo.
È come se non ci fosse bisogno di dire nulla.
In quel silenzio,
stando uno davanti all’altro,
Noi e Gesù
presente nel Tabernacolo,
è come se ci fossimo già detti tutto.

Oggi il Vangelo ci parla di Gesù che,
entrato nel Tempio,
non sopporta quello che vede accadere in esso.
Più che un luogo sacro sembra essere un pollaio.
Quindi fatta una frusta di cordicelle,
comincia a cacciare via tutto ciò che in esso proprio non ci deve essere,
dicendo:
“Non fate della casa del Padre mio un mercato”.
Ma non lo dice solamente!!!
Lo urla!!!
Lo grida!!!
Meravigliando persino i Suoi discepoli.
Non sembra assolutamente essere il Gesù sempre calmo e tranquillo che loro conoscono.
Ma quando si ama davvero,
quando a qualcosa ci si tiene,
è così che si è.

Quanto zelo ha Gesù per la casa del Padre!!
Quanto amore per quel luogo sacro!!
Spesso capita di sentire persone che dicono,
che in certi santuari,
o luoghi di preghiera
c’è troppo “mercato”.
Ed è vero.
Ma io credo che oggi “il mercato” che Gesù viene a chiederci di togliere,
è un altro.

il tempio dove Dio desidera abitare è l’uomo.
E il posto più intimo dell’uomo è il suo cuore.
Quanto mercato abbiamo nel cuore!!!
Quanto si mercanteggia in esso!!!

Ecco dove il Vangelo viene a porci oggi.
Ecco la luce che viene a portare in noi.
Quanti rancori,
quanta affettività con vecchie
“cattive abitudini” esistono ancora.
Quanto disordine,
vizi nascosti,
quanto compromesso con il male.

È tremenda la Parola di oggi.
Ci mette a nudo.
Perché la Parola è “Verità.
E solo la verità ci farà liberi davvero.

quando una persona incontra Gesù,
e comincia ad affidargli la sua vita,
si trova spesso in crisi.
Perché si trova incompatibilità fra come si viveva prima,
e come si “sente” di voler vivere adesso.

Non a caso quando si comincia un cammino di fede ci si rende conto che tante cose che prima piacevano,
adesso non piacciono più.
Si soffre anche,
per questo motivo.
per questo contrasto che sentiamo dentro al cuore.

Ma non c’è da preoccuparsi.
È Gesù che,
fatta una frusta con delle cordicelle,
comincia a fare pulizia dentro questo Suo Santuario,
che è il nostro cuore.

Chiede però a noi l’autorizzazione di farlo.
Non scaccera’ mai quello che non vogliamo scacciare.

Ma sia chiaro pure che,
in un cuore,
Dio e “il mercato” non possono convivere.
Se desideriamo Lui,
non ci può essere spazio per altri dei.
Certo non farà pulizia in un attimo.
Lui rispetta sempre i nostri tempi.
La polvere e la sporcizia entreranno di nuovo,
ancora ci sarà bisogno di pulire.
Ma dobbiamo decidere a chi donare il nostro cuore.

È bellissimo sapere che se anche tutte le  chiese venissero distrutte,
ancora ci sarebbe un “tempio per Dio”.
Ci sarà almeno fino a quando ci saremo io e te.

Lo Spirito agisce in te,
e del Tempio del tuo cuore sta’ facendo una cattedrale
Metterà pace nei tuoi confini.
Di te farà un luogo bello di preghiera.
Nel Santuario che sei tu,
molti verranno a cercare pace e amore.
E li troveranno.

Dal Vangelo secondo Giovanni Gv 2,13-22

Si avvicinava la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme.
Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, i cambiamonete.
Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori del tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse: «Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!».
I suoi discepoli si ricordarono che sta scritto: «Lo zelo per la tua casa mi divorerà».
Allora i Giudei presero la parola e gli dissero: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?». Rispose loro Gesù: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere».
Gli dissero allora i Giudei: «Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?». Ma egli parlava del tempio del suo corpo.
Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù.