Lunedì della I settimana di Avvento
Dio non è proprietà privata, non è riservato a pochi eletti, non è chiuso in sacrestia o relegato nei tabernacoli.
Tocca e sfiora il cuore di molti, anche apparentemente non credenti, anche se distanti, capaci, con il loro desiderio, con la loro ricerca, di stupire Dio.
Così Gesù rimane ammirato dalle fede schietta e sincera del Centurione romano che si rivolge a lui per guarire il servo. Avvento significa aprirsi nel concreto allo stupore di quanto fa il Signore fa al di fuori dei nostri (spesso ristretti) recinti del sacro, per stupirci del positivo, del bene e del bello che riempie il cuore di molte persone. Iniziando dal cambiare sguardo, approccio, mentalità, diventando benevoli, positivi, non giudicanti, accoglienti, senza mettere paletti, senza sentirci privilegiati.
Viene e guarisce ogni uomo, il Figlio di Dio che tutti vuole salvi e felici.
Viene a guarisce anche noi, in questo percorso di avvento, in questa giornata, in questa settimana.
Anche se non siamo degni, anche se non ci sentiamo capaci. Così è il nostro Dio.
Dal Vangelo secondo Matteo Mt 8,5-11
In quel tempo, entrato Gesù in Cafàrnao, gli venne incontro un centurione che lo scongiurava e diceva: «Signore, il mio servo è in casa, a letto, paralizzato e soffre terribilmente». Gli disse: «Verrò e lo guarirò».
Ma il centurione rispose: «Signore, io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto, ma di’ soltanto una parola e il mio servo sarà guarito. Pur essendo anch’io un subalterno, ho dei soldati sotto di me e dico a uno: “Va’!”, ed egli va; e a un altro: “Vieni!”, ed egli viene; e al mio servo: “Fa’ questo!”, ed egli lo fa».
Ascoltandolo, Gesù si meravigliò e disse a quelli che lo seguivano: «In verità io vi dico, in Israele non ho trovato nessuno con una fede così grande! Ora io vi dico che molti verranno dall’oriente e dall’occidente e siederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli».