SAN GIOVANNI, APOSTOLO ED EVANGELISTA
Giovanni, «l’altro discepolo, quello che Gesù amava», ci aiuta a contemplare la nascita di Gesù con lo sguardo rivolto anche alla resurrezione del Signore.
La nostra chiamata, al modo di Giovanni, è di vedere e credere sin da ora, nella venuta e resurrezione del Signore nella nostra vita.
La grazia che riceve Giovanni è poter vedere più in là di quanto i suoi occhi gli permettono di contemplare.
Mosso dal desiderio di un nuovo incontro con il Signore, sarà lo stesso apostolo a correre più veloce di Pietro.
Giovanni, giorno dopo giorno, aveva guardato Gesù e visto in lui un Dio il cui sguardo e il cui contatto donano vita.
Proprio nella quotidianità vissuta insieme a lui crescerà la sua fede, che l’avrebbe condotto però non al successo, ma alla morte di Gesù.
Eppure in ogni istante aveva saputo che era quello il vero cammino di vita.
Dal Vangelo secondo Giovanni Gv 20,2-8
Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala corse e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!».
Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò.
Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte.
Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette.