SANTI INNOCENTI, MARTIRI
La terra di Israele,
la Terra Promessa al popolo da Dio e in cui trovare pace,
adesso è un luogo pericoloso per Gesù. È una cosa che sorprende, ma ormai sappiamo bene che tutto intorno a noi si muove, evolve, muta, e ci vuole coraggio a riconoscere che le cose che erano buone per noi fino a poco tempo fa adesso non lo sono più.
Gli esempi possono essere tanti: un lavoro esigente che chiede forze che non ho più, un’amicizia che si è spenta perché magari era basata su vantaggi reciproci che non sono più soddisfatti.
La cosa bella è che è vero anche il contrario:
se l’Egitto un tempo era una terra da cui scappare, adesso è una terra in cui trovare salvezza.
Abbiamo quindi anche la possibilità di fare l’esperienza della famiglia di Gesù: qualcosa a cui non davamo attenzione può rivelare sorprese inattese che possono anche essere occasione di salvezza.
L’Egitto per la famiglia di Gesù diventa la scoperta di uno spazio di vita là dove non pensavamo di trovarla.
Dal Vangelo secondo Matteo Mt 2,13-18
I Magi erano appena partiti, quando un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: «Àlzati, prendi con te il bambino e sua madre, fuggi in Egitto e resta là finché non ti avvertirò: Erode infatti vuole cercare il bambino per ucciderlo».
Egli si alzò, nella notte, prese il bambino e sua madre e si rifugiò in Egitto, dove rimase fino alla morte di Erode, perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta:
«Dall’Egitto ho chiamato mio figlio».
Quando Erode si accorse che i Magi si erano presi gioco di lui, si infuriò e mandò a uccidere tutti i bambini che stavano a Betlemme e in tutto il suo territorio e che avevano da due anni in giù, secondo il tempo che aveva appreso con esatezza dai Magi.
Allora si compì ciò che era stato detto per mezzo del profeta Geremìa:
«Un grido è stato udito in Rama,
un pianto e un lamento grande:
Rachele piange i suoi figli
e non vuole essere consolata,
perché non sono più».