SANT’ANTONIO, ABATE
La questione sollevata dall’episodio narrato oggi non è quella di rubare le spighe, quanto piuttosto quella di strapparle nel giorno di sabato.
Ci sono dei “sabati” che ci vengono da fuori – regole, norme, divieti –; ci sono, invece, dei sabati che ci imponiamo da noi stessi, come ingiunzioni di cui spesso non ci rendiamo neanche conto o di cui non conosciamo bene le motivazioni.
La frequentazione di Gesù nella preghiera quotidiana e in un cammino spirituale serio ci porta a snidare i “sabati” che ci frenano nel vivere la vita in abbondanza e in pienezza, per poterla a nostra volta donare a piene mani: una vita/vitalità non accolta ed espressa non può neanche essere messa a disposizione degli altri.
Dal Vangelo secondo Marco Mc 2,23-28
In quel tempo, di sabato Gesù passava fra campi di grano e i suoi discepoli, mentre camminavano, si misero a cogliere le spighe.
I farisei gli dicevano: « Guarda! Perché fanno in giorno di sabato quello che non è lecito?». Ed egli rispose loro: «Non avete mai letto quello che fece Davide quando si trovò nel bisogno e lui e i suoi compagni ebbero fame? Sotto il sommo sacerdote Abiatàr, entrò nella casa di Dio e mangiò i pani dell’offerta, che non è lecito mangiare se non ai sacerdoti, e ne diede anche ai suoi compagni?».
E diceva loro: «Il sabato è stato fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato! Perciò il Figlio dell’uomo è signore anche del sabato».