Venerdì della IV settimana del tempo ordinario
“Qualsiasi cosa mi chiederai,
io te lo daro'”
Com’è piccolo Erode.
Si crede grande,
ma è piccolo nel cuore.
Usa le stesse parole che il male usa con noi.
Ma a Satana Gesù disse:
“vattene”.
Abbiamo la stessa forza?
Erode paga caro il prezzo della propria stoltezza.
Si crede forte,
Lui è il sovrano.
Tutti lo servono e lo temono.
Si crede forte,
dentro il suo palazzo.
Ma il male sa’ come aggirare le sue difese.
E come sferrare il suo colpo mortale.
Perché non è un titolo o un palazzo,
ciò che può difenderti dal male.
Ci vogliono altri tipi di armi.
È un insegnamento per ciascuno di noi,
perché non si gioca col male.
Il prezzo da pagare è sempre alto.
il prezzo richiesto dalla bella ragazza per aver danzato è molto caro:
“La testa di Giovanni Battista”.
Ma in realtà,
quello che tramite lei il male chiede è
la tua testa,
Erode.
Quella della tua anima.
Della cosa più preziosa che ha.
Erode purtroppo,
non è troppo lontano da noi.
In parte ci somiglia.
In parte ci ammonisce:
“State attenti alla danza di Salome’ ”
Salome’ non ha mai smesso di ballare,
e balla ancora,
seducendo e irretendo i vari Erode di turno.
Che a uno a uno,
giungendo ai nostri giorni,
vanno perdendo la loro anima.
Apparteniamo a una generazione debole,
fragile,
perché è stata svuotata dentro,
sedotta dalla danza seducente di questo tempo,
che ha decapitato la coscienza di molti,
abbagliandoli con luci e musiche,
false promesse di felicità.
Solamente chi non ha infilato “Giovanni” in fondo alle galere,
per non sentirlo urlare il suo:
“non ti è lecito”,
può resistere.
Soltanto chi recupera la propria anima,
la propria coscienza,
e forza interiore,
ce la può fare.
Salome’ ancora danza,
e per coloro che credono nel Dio Altissimo è un patire vedere quanta “strage” di anime anche oggi fa’.
Ma arriverà il tempo che la musica finirà.
E con la musica cesserà la sua danza.
Inizierà un’altra musica,
quella del “Magnificat”.
E inizierà un’altra danza :
quella di Maria Santissima.
Che restituirà a Dio tutti i suoi figli.
Come vorremmo che fosse già iniziata la musica!!
In lontananza qualcosa si ode gia’.
Si ode rumore di gente che col Rosario in mano recita l’Ave Maria.
Solleviamo il capo fratelli e sorelle.
E gioiamo.
il mondo,
ci pensa sconfitti.
E così pure,
lo pensiamo noi.
Ma non è così
E’ iniziata la festa.
Quella della Madre di Dio Altissimo.
Il male ha il tempo contato.
Il Suo Cuore immacolato alla fine,
vincerà.
Dal Vangelo secondo Marco Mc 6,14-29
In quel tempo, il re Erode sentì parlare di Gesù, perché il suo nome era diventato famoso. Si diceva: «Giovanni il Battista è risorto dai morti e per questo ha il potere di fare prodigi». Altri invece dicevano: «È Elìa». Altri ancora dicevano: «È un profeta, come uno dei profeti». Ma Erode, al sentirne parlare, diceva: «Quel Giovanni che io ho fatto decapitare, è risorto!».
Proprio Erode, infatti, aveva mandato ad arrestare Giovanni e lo aveva messo in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo, perché l’aveva sposata. Giovanni infatti diceva a Erode: «Non ti è lecito tenere con te la moglie di tuo fratello».
Per questo Erodìade lo odiava e voleva farlo uccidere, ma non poteva, perché Erode temeva Giovanni, sapendolo uomo giusto e santo, e vigilava su di lui; nell’ascoltarlo restava molto perplesso, tuttavia lo ascoltava volentieri.
Venne però il giorno propizio, quando Erode, per il suo compleanno, fece un banchetto per i più alti funzionari della sua corte, gli ufficiali dell’esercito e i notabili della Galilea. Entrata la figlia della stessa Erodìade, danzò e piacque a Erode e ai commensali. Allora il re disse alla fanciulla: «Chiedimi quello che vuoi e io te lo darò». E le giurò più volte: «Qualsiasi cosa mi chiederai, te la darò, fosse anche la metà del mio regno». Ella uscì e disse alla madre: «Che cosa devo chiedere?». Quella rispose: «La testa di Giovanni il Battista». E subito, entrata di corsa dal re, fece la richiesta, dicendo: «Voglio che tu mi dia adesso, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista». Il re, fattosi molto triste, a motivo del giuramento e dei commensali non volle opporle un rifiuto.
E subito il re mandò una guardia e ordinò che gli fosse portata la testa di Giovanni. La guardia andò, lo decapitò in prigione e ne portò la testa su un vassoio, la diede alla fanciulla e la fanciulla la diede a sua madre. I discepoli di Giovanni, saputo il fatto, vennero, ne presero il cadavere e lo posero in un sepolcro.