SANTA SCOLASTICA, VERGINE
Chissà se, sordo com’era, quell’uomo aveva capito dove i suoi amici lo stavano portando.
Però si fida, si lascia condurre e affidare a questo sconosciuto che sembra poterlo aiutare.
E, senza ancora riuscire a capire nulla di quello che gli viene detto, continua a fidarsi.
Segue quest’uomo che si allontana dal gruppo, si lascia accompagnare via dai suoi amici, in disparte.
Gesù, poi, non parla.
Cosa dovrebbe dirgli?
Oltre a essere sordo e muto, quest’uomo della Decapoli non è neanche ebreo.
E anche noi che ci disponiamo a rivivere la scena forse siamo chiamati a rimanere senza parole, a guardare, a gustare․․․
A sentire con le dita più che nelle parole.
In che modo Gesù gli ha messo le dita nelle orecchie?
Come la sua saliva ha toccato la lingua del muto?
Lasciamoci scandalizzare da questa intimità, dal contatto con chi ama il nostro corpo più che noi stessi.
Tocca lì dove le nostre malattie, le nostre fragilità ci impediscono di entrare davvero in relazione con gli altri, e se lo lasciamo fare senza irrigidirci, apre ogni chiusura e scioglie ogni resistenza.
Se ti ascolti, cosa senti?
Cos’è che ti toglie il respiro, ti pesa sul petto, ti stringe lo stomaco?
Cosa ti sveglia, ti scuote, confonde e commuove?
Non potremo servire il Signore a forza di buone azioni, se prima non ci lasciamo raggiungere lì dove “siamo toccati”.
Lui non vuole incontrarci in qualche ragionamento spirituale, e non ci offre semplicemente un’interpretazione del senso della vita; è venuto per toccarci, farsi mangiare, guarirci․․․
Dal Vangelo secondo Marco Mc 7,31-37
In quel tempo, Gesù, uscito dalla regione di Tiro, passando per Sidòne, venne verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decàpoli.
Gli portarono un sordomuto e lo pregarono di imporgli la mano.
Lo prese in disparte, lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e gli disse: «Effatà», cioè: «Apriti!». E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente.
E comandò loro di non dirlo a nessuno. Ma più egli lo proibiva, più essi lo proclamavano e, pieni di stupore, dicevano: «Ha fatto bene ogni cosa: fa udire i sordi e fa parlare i muti!».