Venerdì della VI settimana del tempo ordinario
I termini del contratto sono chiari, scritti nero su bianco, Gesù ha detto in che modo vuole essere Messia, Gesù ha detto che è disposto a morire pur di non cambiare la sua idea di Dio e oggi aggiunge che se qualcuno vuole seguirlo deve essere disposto a fare altrettanto, deve essere capace di dare testimonianza a questo volto di Dio Padre a costo della propria vita.
La croce quindi non è una disgrazia o una prova che Dio ci manda per rafforzare la nostra fede (perché mai dovrebbe farlo?), ma la condizione libera e liberante di chi ha fatto una scelta definitiva e non torna indietro.
Se abbiamo conosciuto quanto siamo amati, se abbiamo scelto liberamente e ogni giorno scegliamo di essere discepoli, siamo disposti anche a portare il peso di questa scelta che non è Dio a mandare, ma coloro che non condividono la fede, coloro che ancora hanno di Dio un’idea arcigna e rabbiosa.
Sì: portare la croce vuole dire essere disposti ad amare senza limiti, non fare gli zerbini certo, ma essere capaci di dire di Dio, di un Dio felice che ci vuole felici, di un Dio bellissimo che in Gesù si è manifestato definitivamente, anche se questo costa qualche sorrisino di compiacimento e qualche sguardo di commiserazione.
Dal Vangelo secondo Marco Mc 8,34-9,1
In quel tempo, convocata la folla insieme ai suoi discepoli, Gesù disse loro:
«Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del Vangelo, la salverà.
Infatti quale vantaggio c’è che un uomo guadagni il mondo intero e perda la propria vita? Che cosa potrebbe dare un uomo in cambio della propria vita?
Chi si vergognerà di me e delle mie parole davanti a questa generazione adultera e peccatrice, anche il Figlio dell’uomo si vergognerà di lui, quando verrà nella gloria del Padre suo con gli angeli santi».
Diceva loro: «In verità io vi dico: vi sono alcuni, qui presenti, che non morranno prima di aver visto giungere il regno di Dio nella sua potenza».