Lunedì della II settimana di Quaresima
‘’Siate misericordiosi, come è misericordioso il Padre vostro”.
Essere misericordiosi come il Padre significa averne innanzitutto fatto esperienza.
È difficile mettere in pratica qualcosa che non si è provato.
In questo senso c’è un invito implicito nel Vangelo di oggi a fare esperienza della misericordia di Dio.
Chi ha fatto questo tipo di esperienza può vivere allo stesso modo e donare la medesima conoscenza agli altri.
È il sentirsi liberati, accolti, amati soprattutto quando non ne si ha nessun merito e tutto grida contro di noi.
La misericordia è vedersi raggiunti nella propria miseria da una mano che ti salva, che ti tira fuori dall’acqua dei peccati dentro cui stavi affogando.
La misericordia è sapere che agli occhi di qualcuno tu non coincidi con le tue cadute ma con tutto quel bene che ancora non sei stato in grado di tirare fuori ma che finalmente adesso sei messo nella condizione di esprimere.
E, a partire da questo, comprendere le ulteriori richieste di Gesù.
Chi giudica non si accorge che il giudizio molto spesso non tira fuori il meglio di noi ma bensì il peggio.
Chi ama chiama le cose per nome ma non trasforma mai la verità in un dito puntato.
Chi condanna decreta la fine di una vita perché la inchioda all’irreparabile.
Chi ama davvero salva dalla condanna e offre sempre un’altra possibilità.
Chi perdona sana il male alla radice e rende impossibile il contagio del rancore e della vendetta.
Chi dona sperimenta la gioia cristiana che gode del dono di sé e non delle logiche di possesso.
Dal Vangelo secondo Luca Lc 6,36-38
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso.
Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati.
Date e vi sarà dato: una misura buona, pigiata, colma e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi in cambio».