Giovedì della III settimana di Quaresima
“Un segno”
Davvero sorprendente quello che viene narrato in questo brano del Vangelo.
Soprattutto meraviglia vedere quanto confuse siano le idee che l’umanità ha su Dio,
sul Suo modo di agire,
sul bene e sul male……
Arrivando pertanto a chiedere ancora un “segno” per poter credere in Lui,
per fidarsi di Lui.
Un segno……….
Colui che chiede “segni” e’ sempre più spesso colui che non crede,
e che,
neppure se gli apparisse Gesu’ in persona davanti agli occhi,
crederà.
Hanno forse creduto,
i nemici di Gesu’,
di fronte al miracolo della resurrezione di Lazzaro? No.
Hanno forse creduto,
i nemici di Gesù,
di fronte al miracolo della “moltiplicazione dei pani e dei pesci”,
che ha sfamato tanta gente?
No……e quanti gesti ancora sono stati fatti “passare” senza che si sia prodotta conversione.
È purtroppo una questione di cuore. Quando il cuore e’ chiuso come quello del faraone d’Egitto al tempo di Mosè,
non c’e’ “segno” che cambi le cose.
Per chi ha il dono della fede invece,
tutto e’ segno:
l’aprirsi del nuovo giorno,
la tavola imbandita,
il sorriso di una persona cara,
un fiore,
l’amicizia……..
E realmente queste cose,
lo sono.
sono “Segni” autentici.
“Segni” autentici dell’Amore di Dio.
No,
davvero.
Altri segni non ne avremo.
Abbiamo gia’ avuto il “segno dei segni”. Quello dell’Amore di Dio,
che si e’ fatto inchiodare su quella croce,e
che forse siamo ciascuno di noi.
Lui,
Gesù,
il crocifisso,
davanti alla Croce.
Quasi a voler proteggere noi,
che stiamo dietro,
che siamo la Sua croce,
Quasi a dire:
“I colpi destinati a te li prendo Io.
Perche’ ti amo”.
Non ci sara’ mai segno piu’ grande di questo.
Perché nessuno ha un amore così grande.
Se non si crede a questo “Segno”,
non si crederà di fronte a nessun altro.
Ma per noi che crediamo,
per chi non crede,
e per chi per decidersi a credere aspetta “Un Segno”,
ecco una frase molto chiara di Gesù,
da non lasciar passare:
“Chi non è con me è contro di me,
e chi non raccoglie con me,
disperde».
Che il mondo decida,
presto,
da che parte stare.
Dal Vangelo secondo Luca Lc 11,14-23
In quel tempo, Gesù stava scacciando un demonio che era muto. Uscito il demonio, il muto cominciò a parlare e le folle furono prese da stupore. Ma alcuni dissero: «È per mezzo di Beelzebùl, capo dei demòni, che egli scaccia i demòni». Altri poi, per metterlo alla prova, gli domandavano un segno dal cielo.
Egli, conoscendo le loro intenzioni, disse: «Ogni regno diviso in se stesso va in rovina e una casa cade sull’altra. Ora, se anche satana è diviso in se stesso, come potrà stare in piedi il suo regno? Voi dite che io scaccio i demòni per mezzo di Beelzebùl. Ma se io scaccio i demòni per mezzo di Beelzebùl, i vostri figli per mezzo di chi li scacciano? Per questo saranno loro i vostri giudici. Se invece io scaccio i demòni con il dito di Dio, allora è giunto a voi il regno di Dio.
Quando un uomo forte, bene armato, fa la guardia al suo palazzo, ciò che possiede è al sicuro. Ma se arriva uno più forte di lui e lo vince, gli strappa via le armi nelle quali confidava e ne spartisce il bottino.
Chi non è con me è contro di me, e chi non raccoglie con me, disperde».