SAN GIUSTINO, MARTIRE
Come ciechi mendichiamo, brancolando nel buio, non sapendo cosa fare o cosa dire.
Nel buio brancoliamo quando sentiamo dalla folla che sta per passare il Signore Gesù, e allora urliamo: con forza, con verità, in una preghiera nuda che perfora le nubi.
Pietà, Figlio di Davide, pietà.
Solo pietà.
E la gente, intorno, ci zittisce.
Basta: disturbiamo il Maestro!
Basta: non esiste Dio, perché illudersi?
Basta: meglio rassegnarsi, non illudersi, lasciar perdere.
Ma se abbiamo il coraggio di continuare, di non mollare, di credere contro ogni speranza, sentiremo il Signore che dice ai discepoli di chiamarci.
Non è infastidito, il Rabbì, non ha paura di essere disturbato, ci ama, è libero, sa quanto pesa la cecità dell’anima.
È guarito Bartimeo, come siamo guariti noi, accecati dalla bramosia, incupiti dalla vita. È guarito. Anche noi, come Bartimeo, recuperiamo un barlume di luce, per diventare discepoli. Anche noi, come gli apostoli, meschini e mediocri, siamo mandati a dire ad ogni persona accecata dalla vita e dal dolore: coraggio, il Signore ti chiama. Questa è la Chiesa: voce che incoraggia, che obbedisce al Maestro, voce di chi, cieco, ha visto la luce e la indica.
Dal Vangelo secondo Marco Mc 10,46-52
In quel tempo, mentre Gesù partiva da Gèrico insieme ai suoi discepoli e a molta folla, il figlio di Timèo, Bartimèo, che era cieco, sedeva lungo la strada a mendicare. Sentendo che era Gesù Nazareno, cominciò a gridare e a dire: «Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!».
Molti lo rimproveravano perché tacesse, ma egli gridava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!».
Gesù si fermò e disse: «Chiamatelo!». Chiamarono il cieco, dicendogli: «Coraggio! Àlzati, ti chiama!». Egli, gettato via il suo mantello, balzò in piedi e venne da Gesù.
Allora Gesù gli disse: «Che cosa vuoi che io faccia per te?». E il cieco gli rispose: «Rabbunì, che io veda di nuovo!». E Gesù gli disse: «Va’, la tua fede ti ha salvato». E subito vide di nuovo e lo seguiva lungo la strada.
