Venerdì della terza settimana
Normalmente pensiamo che gli occhi ci servano per vedere le cose fuori di noi, invece il Signore ci ricorda che l’occhio, per essere un sano organo per cogliere ciò che avviene all’esterno, deve essere, prima di tutto, un organo interiore capace di cogliere il reale che sta fuori di noi a partire da ciò che coltiviamo attraverso le scelte del cuore.
Solo con occhi raggiunti dalla luce della grazia sappiamo affrontare i giorni accumulando tesori in cielo e non sulla terra, senza farci accecare dagli splendori effimeri di quaggiù.
L’occhio non è semplicemente la finestra attraverso cui entra ciò che è fuori.
È anche lucerna: la luce che è nel cuore, esce da esso e si proietta sulla realtà.
Uno vede con la luce del suo cuore, con l’amore che lo illumina.
Il modo di guardare, valutare, pensare, sentire, camminare e fare dipende dall’occhio e dal cuore, che rende luminosa o oscura non solo la persona, ma anche la realtà che la circonda.
Il cuore/occhio puro riflette la luce di Dio porta il frutto.
Il cuore/occhio malato, al contrario, è sterile.
Chiediamo uno sguardo che riconosca il giusto cammino ed un cuore docile nel seguirlo.
Dal Vangelo secondo Matteo Mt 6,19-23
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non accumulate per voi tesori sulla terra, dove tarma e ruggine consumano e dove ladri scassìnano e rubano; accumulate invece per voi tesori in cielo, dove né tarma né ruggine consumano e dove ladri non scassìnano e non rubano. Perché, dov’è il tuo tesoro, là sarà anche il tuo cuore.
La lampada del corpo è l’occhio; perciò, se il tuo occhio è semplice, tutto il tuo corpo sarà luminoso; ma se il tuo occhio è cattivo, tutto il tuo corpo sarà tenebroso. Se dunque la luce che è in te è tenebra, quanto grande sarà la tenebra!».