Venerdì della quarta settimana
Gesù focalizza subito la sua attenzione nel rapporto con Dio.
Chi desidera vivere una relazione con Lui è chiamato ad amarlo con tutto se stesso, con ogni parte del suo essere – il cuore che è la sede dei sentimenti, l’anima che è la parte spirituale e la mente che è quella razionale dove i pensieri hanno origine.
Solo se si ama Dio in questo modo ci si può aprire all’amore per il prossimo.
La misura dell’amore per l’altro che Gesù insegna è alta: amarlo come se stessi.
Ciascuno di noi può avere il desiderio di mettersi a servizio degli altri e sperimentare la fatica di fare questo.
Può capitare di non sapere come stare di fianco a una persona che soffre, di non sapere che parole rivolgere a chi vediamo in difficoltà…
Il Signore ci mostra che anzitutto per fare questo è necessario amare prima Dio e poi noi stessi.
A volte possiamo essere tanto presi dagli altri da dimenticarci di noi.
Oggi vogliamo chiedere al Signore la grazia che ci insegni a guardarci in profondità, affinché sia Lui a mostrarci il modo in cui possiamo amare Dio, imparare ad amare noi stessi per poi, infine, donarci al prossimo.
Gesuiti-Getupandwalk
Rifletto sulle domande
Che cosa significa, per me, amare Dio con i miei sentimenti, il mio spirito e i miei pensieri?
In che modo amo me stesso/me stessa? In che modo, dunque, amo il prossimo?
In quali situazioni fatico ad amare Dio, me stesso/me stessa e il prossimo?
Dal Vangelo secondo Matteo Mt 22,34-40
In quel tempo, i farisei, avendo udito che Gesù aveva chiuso la bocca ai sadducèi, si riunirono insieme e uno di loro, un dottore della Legge, lo interrogò per metterlo alla prova: «Maestro, nella Legge, qual è il grande comandamento?».
Gli rispose: «”Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente”. Questo è il grande e primo comandamento. Il secondo poi è simile a quello: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti»