DIOCESI DI CALTANISSETTA

dal Vangelo Lc 11,37-41

SANT’IGNAZIO DI ANTIOCHIA, VESCOVO E MARTIRE

Sentirci dire che siamo ipocriti
è un duro colpo per il nostro orgoglio.
Sensazione e presunzione
di solo apparire belle persone,
di potersi accontentare
di una buona facciata da esibire,
senza fare i conti
con le tenebre e il male latente
che ci portiamo dentro.
Pensiero velenoso
che ci spinge a investire energie enormi
per ordinare, pulire e mostrare
l’aspetto più esteriore
di quello che in realtà viviamo.
Malinteso di trovarsi a calcare un palcoscenico
dove occorra sempre fare bella figura,
cercare il plauso e le acclamazioni,
sedurre e conquistare su di sé
gli occhi degli altri.
Esiste una alternativa?
È una via meno attraente ma molto più semplice.
Volere non essere a tutti i costi incantevoli,
ma condividere con gli altri chi si è.
Il bello e il brutto che è dentro di noi.
Non saremo forse luminosi.
Ma saremo certamente veri.
CarezzadelloSpirito

Rifletto
In quali luoghi della tua vita ti sembra di vivere più a livello di esteriorità?
E di interiorità?
Quali sono le azioni, le pratiche, le abitudini che metti in atto nella sfera dell’esteriorità che hanno meno attinenza con il tuo mondo interiore?
Cosa dai “in elemosina” di te, delle tue ricchezze interiori?

Dal Vangelo secondo Luca Lc 11,37-41

In quel tempo, mentre Gesù stava parlando, un fariseo lo invitò a pranzo. Egli andò e si mise a tavola. Il fariseo vide e si meravigliò che non avesse fatto le abluzioni prima del pranzo.
Allora il Signore gli disse: «Voi farisei pulite l’esterno del bicchiere e del piatto, ma il vostro interno è pieno di avidità e di cattiveria. Stolti! Colui che ha fatto l’esterno non ha forse fatto anche l’interno? Date piuttosto in elemosina quello che c’è dentro, ed ecco, per voi tutto sarà puro».