In quel tempo, si avvicinò a Gesù uno degli scribi e gli domandò: «Qual è il primo di tutti i comandamenti?».
Gesù rispose: «Il primo è: “Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l’unico Signore; amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza”. Il secondo è questo: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Non c’è altro comandamento più grande di questi».
Lo scriba gli disse: «Hai detto bene, Maestro, e secondo verità, che Egli è unico e non vi è altri all’infuori di lui; amarlo con tutto il cuore, con tutta l’intelligenza e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso vale più di tutti gli olocàusti e i sacrifici».
Vedendo che egli aveva risposto saggiamente, Gesù gli disse: «Non sei lontano dal regno di Dio». E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo.
Commento e riflessioni
Venerdì- III settimana di Quaresima
“Qual è il primo di tutti i comandamenti?”
Oggi e’ uno scriba,
con la sua domanda che ci porta a fermarci,
e a riflettere.
Come a dire :
“Ma nella mia vita,
in ogni vita,
qual’è davvero la cosa importante?
Qual’è il” pane” che sfama davvero?”
“Amare” é la risposta.
È una risposta che già ben conosciamo.
Che è incisa nel nostro cuore.
Se ci fermiamo un attimo,
e ascoltiamo il nostro intimo,
ritroviamo questa “incisione”.
Spesso però,
presi dagli affanni della vita,
dagli inganni del demonio,
perdiamo di vista questa verità profonda.
Col risultato di essere infelici noi,
e di spargere infelicità intorno a noi.
Amare è il “sale” buono della vita.
Che non da’ ipertensione.
Che insaporisce ogni pietanza,
rende bello ogni gesto e pensiero,
impreziosendo ogni cosa.
Amare Dio e amare il prossimo.
Questo è il comandamento.
Non si può essere felici senza Dio.
Non si può essere felici senza il “prossimo”.
Dio e il prossimo non possono essere felici senza me e senza te.
Ma più in generale,
non si può essere felici,
ne’ generare felicità,
se non amiamo.
Amare Dio e amare il prossimo
sono due facce della stessa moneta.
Sono due facce dello stesso amore.
Da una parte della moneta l’amore verso Dio.
Dall’altra parte quella verso il prossimo,
che di Dio è immagine.
“Ama”
è la risposta di oggi.
Senza dimenticare però,
di amare il nostro “prossimo più prossimo”,
spesso il più difficile da amare e perdonare,
che siamo noi stessi.
Non dimentichiamoci di noi stessi.
Siamo “il prossimo più prossimo” che abbiamo.
Anche noi abbiamo bisogno d’amore.
Anche noi abbiamo diritto all’amore.
Diritto e dovere di amarci.
Di farlo in maniera equilibrata.
In modi giusto e ponderato.
Perché tale “amore” non sfoci nell’ egoismo né nel narcisismo.
Amiamo anche noi stessi.
Non a caso Gesù ci propone l’amore verso noi stessi come misura dell’amore verso il prossimo.
“Non sei lontano da Regno dei Cieli”,
dice Gesù a questo scriba.
“Non sei lontano dal Paradiso”.
Non si può pensare di andare in Paradiso senza aver amato.
Ama,
e già ora,
in terra,
vivrai il Paradiso