“Venerdì- XIII settimana del T.O.”
In quel tempo, Gesù, vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì.
Mentre sedeva a tavola nella casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e se ne stavano a tavola con Gesù e con i suoi discepoli. Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: «Come mai il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?».
Udito questo, disse: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Andate a imparare che cosa vuol dire: “Misericordia io voglio e non sacrifici”. Io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori».
Commento e riflessioni
Lo sguardo
- l’unico –
che si posa su ogni uomo
seduto al banco delle imposte.
Su chi è inchiodato alla logica del contraccambio,
del dover meritare le cose,
del dover restituire fino all’ultimo spicciolo.
Quello sguardo suscita
un incontro di sguardi,
una comunione di cuori,
una comunicazione intima di sofferenze nascoste
che esigono la cura di un amore più grande.
“Seguimi”.
CarezzadelloSpirito
@donfrancescoargese
Rifletto
In questo momento della mia vita sento di aver bisogno della cura di Gesù?
Cosa significa per me essere giusto?
Quale specifica chiamata all’amore ha in mente Dio per me?