DIOCESI DI CALTANISSETTA

Dal vangelo Mt.12,1-8 – “Misericordia io voglio”

Venerdì della XV settimana del tempo ordinario

Lasciamo da parte la diatriba sul “giorno di sabato”.
questo brano suscita ben altri pensieri.
È molto bella l’immagine narrata dal racconto:
È un’immagine di serenità.
Gesù passa per i campi di grano
in un caldo giorno d”estate.
L’ azzurro del Cielo fa’ da cornice,
mentre un leggero vento culla le spighe facendole ondeggiare.
Gesù conduce i suoi discepoli nei campi di grano,
perché hanno fame.
È li’ che si trova il cibo necessario per sfamarsi.
Ancora oggi lo Spirito conduce in tali campi coloro che cercano Gesù.
Coloro che hanno fame di Lui.
Delle cose Sue,
della Sua Parola.
dovremmo essere noi quelle spighe mature,
che sono pronte a farsi cibo per ogni fratello che,
affamato di Dio,
entra in questo campo con la speranza di potersi nutrire.
Non abbia ad accadare che Gesù,
e i fratelli,
entrando nel “nostro campo”,
trovino “tutto secco”,
o “tutto immaturo”,
o tutto incolto e in rovina.
Ma non solo.
In questo tempo particolare,
molti mi raccontano delle proprie sofferenze e dolori,
spirituali e fisici.
Delle “prove” che stanno affrontando.
Credo che tutto questo sia “segno di questo tempo” particolare e strano.
Siamo in una fase di preparazione,
di trasformazione.
Che ci porti ad essere,
non tanto “spighe”
ma “terreno”.
C’è bisogno di essere “terreno”.
C’è bisogno che ci facciamo “terreno fertile”,
“terreno buono”.
È periodo di grande siccità questo.
È arido il terreno.
Spesso anche nella nostra amata Chiesa,
tutto sembra secco e in rovina.
Non crescono più “le spighe” perché il terreno non è più fertile.
Da qui la nostra responsabilità.
Affinché il campo della nostra amata Chiesa torni a produrre frutti buoni e abbondanti,
capaci sfamare molti,
dobbiamo arrivare a farci “terreno” ,
e “terreno buono” .
Certo,
il “terreno” viene calpestato.
Il “terreno” non è considerato.
Nessuno si cura troppo “del terreno” .
Nessuno lo menziona mai,
nessuno lo ringrazia mai.
Nessuno condidera quanto sforzo fa’ il terreno per custodire,
nutrire,
far sviluppare quel semino che diventerà prima spiga,
poi farina,
e quindi pane.
Se non c’è il terreno buono,
non ci saranno frutti buoni.
Perché possano ancora spuntare le spighe,
e ancora ci possa essere “pane per tutti”,
c’è bisogno dell'”umile terreno”.
Prendi allora Signore il nulla che siamo,
e trasformalo in terreno buono.
Terreno di Misericordia.
Perché una volta incontrato Te,
Gesù, possiamo essere
terreno per riempire i granai del Regno dei Cieli.
Che la Vergine del Carmelo ci aiuti
Sia benedetto Gesu’,
nostro amore.

Dal Vangelo Mt 12,1-8

In quel tempo Gesù passò, in giorno di sabato, fra campi di grano e i suoi discepoli ebbero fame e cominciarono a cogliere delle spighe e a mangiarle.
Vedendo ciò, i farisei gli dissero: «Ecco, i tuoi discepoli stanno facendo quello che non è lecito fare di sabato».
Ma egli rispose loro: «Non avete letto quello che fece Davide, quando lui e i suoi compagni ebbero fame? Egli entrò nella casa di Dio e mangiarono i pani dell’offerta, che né a lui né ai suoi compagni era lecito mangiare, ma ai soli sacerdoti. O non avete letto nella Legge che nei giorni di sabato i sacerdoti nel tempio vìolano il sabato e tuttavia sono senza colpa? Ora io vi dico che qui vi è uno più grande del tempio. Se aveste compreso che cosa significhi: “Misericordia io voglio e non sacrifici”, non avreste condannato persone senza colpa. Perché il Figlio dell’uomo è signore del sabato».

Parola del Signore.