DIOCESI DI CALTANISSETTA

Salmo 101 (100) – Programma di un re virtuoso

 

Amore e giustizia io voglio cantare,

voglio cantare inni a te, Signore.

Agirò con saggezza nella via dell’innocenza:

quando a me verrai?

Camminerò con cuore innocente

dentro la mia casa.

Non sopporterò davanti ai miei occhi azioni malvagie,

detesto chi compie delitti: non mi starà vicino.

Lontano da me il cuore perverso,

il malvagio non lo voglio conoscere.

Chi calunnia in segreto il suo prossimo

io lo ridurrò al silenzio;

chi ha occhio altero e cuore superbo

non lo potrò sopportare.

I miei occhi sono rivolti ai fedeli del paese

perché restino accanto a me:

chi cammina nella via dell’innocenza,

costui sarà al mio servizio.

Non abiterà dentro la mia casa

chi agisce con inganno,

chi dice menzogne

non starà alla mia presenza.

Ridurrò al silenzio ogni mattino

tutti i malvagi del paese,

per estirpare dalla città del Signore

quanti operano il male.

Commento

Il salmo è un programma di fedeltà a Dio nell’esercizio della regalità.

La tradizione lo attribuisce a Davide, ma il testo conduce piuttosto a pensare ad un re, che si trova di fronte ad una realtà regale ricevuta per successione al trono.

“Quando a me verrai?”, dice il salmista-re, esprimendo qualcosa di più della grazia di essere aiutato. Egli, infatti, esprime il desiderio di vedere colui sul quale si deve modellare, il Messia. Egli non si considera il centro del disegno di Dio; sa che il centro del disegno di Dio è il Messia. La rettitudine del salmista è tutta racchiusa nel desiderio dell’incontro con il Messia.

Il re si propone di allontanare dalla reggia i disonesti. Al contrario cercherà di avere rapporti stabili e di fiducia con i “fedeli del paese”, considerati come la sua forza di base. Da questi fedeli trarrà i suoi servitori, in modo da avere persone rette attorno a sé.

L’amministrazione della giustizia lo vedrà impegnato con ogni attenzione per far sì che i colpevoli vengano giudicati e condannati: “Ridurrò al silenzio ogni mattino

tutti i malvagi del paese…”. Dunque ogni mattino si occuperà dell’amministrazione della giustizia per tutto il tempo necessario, evitando l’accumulo dei casi, così che la città del Signore non abbia la presenza degli iniqui neppure nelle carceri.

Egli vuole rivolgersi a Dio con parole provenienti da un cuore integro: Così egli si propone con l’aiuto di Dio di cantare “amore e giustizia” e di camminare “con cuore innocente” dentro la sua casa, cioè nella sua realtà privata.

Magnificat

L’anima mia magnifica il Signore *

e il mio spirito esulta in Dio,

mio salvatore,

perché ha guardato l’umiltà

della sua serva. *

D’ora in poi tutte le generazioni

mi chiameranno beata.

Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente *

e santo é il suo nome:

di generazione in generazione la sua misericordia *

si stende su quelli che lo temono.

Ha spiegato la potenza

del suo braccio, *

ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;

ha rovesciato i potenti dai troni, *

ha innalzato gli umili;

ha ricolmato di beni gli affamati, *

ha rimandato i ricchi a mani vuote.

Ha soccorso Israele, suo servo, *

ricordandosi della sua misericordia,

come aveva promesso ai nostri padri,*

ad Abramo e alla sua discendenza, per sempre.

Gloria al Padre e al Figlio *

e allo Spirito Santo.

Come era nel principio, e ora e sempre *

nei secoli dei secoli. Amen