Mercoledì della VI settimana di Pasqua
La vita spirituale, come la vita, è un cammino, un percorso di crescita. A volte invece pensiamo che l’anima sia statica, la fede qualcosa di acquisito una volta per sempre. Non è così: credere è qualcosa di dinamico, la verità su Dio e su noi stessi la acquisiamo un passo alla volta, di gloria in gloria, di scoperta in scoperta, come un viaggio. Sempre se siamo disposti a metterci in gioco, se non abbiamo piantato le tende per pigrizia, per paura, per errata convinzione. Dio e il suo amore sono infiniti, il suo disegno spalancato al cambiamento, alla trasformazione, alla conversione: come possiamo pensare di restare fermi, di conservare le quattro convinzioni che per pigrizia non vogliamo approfondire? Animo, allora, siamo in strada, sempre, alla sequela di colui che non ha dove posare il capo. Ma abbiamo una guida interiore, lo Spirito che il risorto ha donato e che possiamo lasciar operare in noi, invocandolo, accogliendolo, ascoltando la sua voce interiore.
Dal Vangelo secondo Giovanni Gv 16,12-15
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso.
Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future.
Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà».